I suoi soci fondatori l’hanno definita e posizionata più o meno all’incrocio tra Patreon e Kickstarter. Se la prima azienda è ormai un noto “campione” della più recente creators economy, la seconda ci riporta agli albori del genere. Nel primo caso i creatori possono ricevere un supporto (anche continuativo) soprattutto a fronte di un servizio (ad esempio, donazioni o tips da parte di supporter di un podcast che viene altrimenti erogato gratuitamente), invece nel secondo sono soprattutto beneficiari di finanziamenti orientati a contribuire alla realizzazione di un progetto definito e dal costo dichiarato (un costo che diventa obiettivo, “funding target”). Di fatto Sonicly, di recente lanciata in versione beta e accessibile solo su invito, si dichiara una piattaforma di crowdfunding musicale e punta molto, all’interno di un’arena competitiva sempre più affollata e agguerrita, sull’esperienza e la reputazione dei suddetti co-fondatori: Andrew Eisele (già manager a Medialets, JW Player e TargetSpot) e Brian Camelio (tra gli iniziatori dell’altra piattaforma di crowdfunding ArtistShare), ai quali si affianca in veste di consulente senior Benji Rogers, fondatore di Pledge Music e vecchia conoscenza dell’industria musicale. Per il momento, prima che Sonicly diventi pubblica, è certo che al suo interno agli artisti sarà consentito di creare campagne tanto imperniate su progetti quanto basate sul supporto dei loro fans a prescindere dall’obiettivo economico del finanziamento. Sonicly è qui.