Il clamore suscitato dalla mossa e dalla protesta di Neil Young è comprensibile, giustificato e meritato. E', la sua, una denuncia significativa perchè proviene da un gigante della musica e potrebbe comportare riflessi importanti. Infatti ci torneremo su con un approfondimento su cui stiamo lavorando. Meno comprensibile, anche se un po' tristemente tipico, è invece il sillogismo che si vuole creare tra la decisione dell'artista e le sorti finanziarie di Spotify, così come osservabili e analizzabili dall'andamento del suo titolo in borsa. Dove ieri, per la cronaca, la piattaforma di streaming ha messo a segno un +13,5%. Che con Neil Young c'entra zero. Spotify aveva perso - dal 20 al 25 gennaio circa - quasi il 30% del suo valore. Lo scivolone post-Rogan, in quel momento pioggia sul bagnato, è stato dunque riassorbito nello spazio di un mattino, o giù di lì. Resta il fatto che la società guidata da Daniel Ek resta sotto del 20% circa nell'ultimo mese. Un mese disgraziato per le borse mondiali e per i titoli tecnologici in particolare: questo è il contesto più ampio. Qualsiasi cosa accada domani e nei giorni a seguire sarà meglio che sia ricondotto ai fondamentali del business di Spotify, che - emotività episodiche a parte: succedono - è ciò a cui guardano analisti e investitori. E quello che è accaduto nel gennaio 2020 a Spotify è stata una diretta conseguenza del "warning" di Netflix, un'altra piattaforma di streaming alla quale forse Spotify vorrebbe assomigliare di più (perchè è autonoma rispetto agli studios e perchè le sue produzioni fanno soldi, qualcosa che al momento non si può ancora dire dei podcast). Netflix ha infatti diramato quella che si definisce una "guidance", nella quale avvertiva che per la crescita degli abbonati allo streaming la pacchia da lockdown era finita e che, quindi, si guardava al futuro con molta più cautela. La conseguenza? Un tonfo. Per Netflix e per le società che, più o meno, le assomigliano. E ieri? Ieri due analisti di Edward Jones e Citi hanno comunicato un upgrade. E sia Netflix che Spotify (e con loro Tencent e Roku, per citarne giusto un altro paio) hanno fatto festa.