Nel corso dell’anno passato, in Gran Bretagna, il settore discografico ha registrato entrate per 1,262 miliardi di sterline: a riferirlo è la British Phonographic Industry, associazione che rappresenta le etichette d’oltremanica. Il 66% dei ricavi - pari a 837,2 milioni, 735,3 dei quali provenienti da abbonamenti a pagamento - è stato generato dallo streaming, cresciuto del 13,7% su base annua. Nel segmento, a distinguersi è stata YouTube, la piattaforma controllata da Google, che da solo ha corrisposto al comparto 53,7 milioni di sterline, il 22,6% in più di quanto versato nel 2020. I formati fisici - vinili e CD - che pure da qualche anno stanno tornando a segnalarsi sui mercati, nel 2021 - in Gran Bretagna - sono cresciuti del 14,6%, più dello streaming, accumulando ricavi per 241 milioni di sterline: a trainare il segmento è il vinile (117,2 milioni, +34%), mentre il CD, pur contenendo l’aumento della sua quota di mercato al +1,4%, ha comunque generato 115,9 milioni di sterline, primo dato in crescita dal 2017. “Il ritorno alla crescita del mercato musicale britannico è trainato dallo streaming, in particolare da quello in abbonamento, che è cresciuto del 13% lo scorso anno e rappresenta l'88% dei ricavi dello streaming e il 58% dei ricavi totali. Dopo diversi anni difficili, siamo anche lieti di vedere una crescita in tutto il settore, inclusi formati fisici, la sincronizzazione, i diritti di esecuzione e altro ancora”, ha dichiarato il ceo di BPI Geoff Taylor: “Questa crescita produce importanti vantaggi per la più ampia comunità musicale, tra cui una maggiore remunerazione a una base più ampia di artisti e investimenti aggiuntivi da parte delle etichette in nuovi talenti”. “E’ però importante ricordare che, ancora oggi, dobbiamo riprenderci completamente da anni di declino e che, in termini reali, rimaniamo un settore molto più ridotto rispetto a 15 anni fa", ha concluso Taylor: “Esortiamo quindi la comunità musicale a unirsi per continuare a far crescere il mercato, ad esempio aiutando la musica britannica a garantire la più ampia quota possibile di crescita dello streaming all'estero. Sarà un modo efficace per massimizzare il successo dei creatori di musica britannici e dell'ecosistema che li supporta”.