La strada che porta al vertice della filiale italiana di quello che, oggi, è uno dei principali attori sul mercato mondiale dell’editoria musicale - Universal Music Publishing - parte necessariamente da lontano. Prima ancora della scelta degli indirizzi dei propri studi superiori e universitari. “Ero uno di quei ragazzini che, prima dell’avvento dei cellulari, tormentavano i cantanti nei dintorni del teatro Ariston per avere un autografo”, racconta Claudio Buja, presidente di Universal Music Publishing Ricordi, che nel corso di una lunga chiacchierata con Rockol ha raccontato la sua storia professionale. Nato a Sanremo, Buja studia giurisprudenza a Genova (“Per ‘reazione’ all’orientamento dei miei genitori, che mi avrebbero voluto medico”) per poi trasferirsi a Milano negli anni Ottanta, dove lavorerà come giornalista presso Musica e Dischi, storica testata che lo metterà in contatto con i principali player dell’industria musicale dell’epoca. Proprio grazie a questa contiguità con i protagonisti del settore Buja diventerà prima direttore artistico della CBS, poi direttore marketing e artistico della MCA: la sua esperienza da discografico terminerà nel 2001, quando dalla musica registrata passerà alle edizioni (“All’iniziò mi sembrò di finire nelle retrovie, ma mi sbagliavo”) prima come managing director di Universal Music Publishing poi, nel 2007, come presidente della divisione editoriale del distaccamento italiano della major guidata da Lucian Grainge. Al di là dei drammatici eventi che in questi giorni stanno coinvolgendo l’industria musicale globale (la crisi politico - militare in Ucraina “al massimo rallenterà, ma di certo non arresterà l’espansione del settore nei mercati emergenti”) Buja, convinto che la canzone debba restare al centro dell’attività degli editori - è tra i fondatori del concorso per autori emergenti “Genova per Voi”, non vede nell’intervento dei grandi capitali finanziari nel publishing un pericolo per il settore, ma resta determinato nel pensare che il cuore del lavoro di un editore abbia a che fare più con il fiuto artistico che con le abilità sul mercato: “La più grande soddisfazione per chi fa il mio lavoro? Non è aggiudicarsi un autore a discapito della concorrenza, ma vederlo crescere…”.