Il Syndicat National de l'Édition Phonographique, entre che rappresenta l’industria discografica francese, ha reso noti i dati relativi al mercato locale riferiti al 2021: lo scorso anno l’industria discografica transalpine è cresciuta del 14,3% su base annua, per un volume d’affari pari a 861 milioni di euro. Il 70% degli introiti (506 milioni di euro, +13% su base annua) è stato generato dal digitale (streaming e download), sia freemium che a pagamento, ma - ovviamente - è stata l’attività di DSP come Spotify e Deezer a fornire al bilancio finale il contributo maggiore, intestandosi il 97% dei ricavi. Più nel dettaglio, dai servizi musicali a pagamento sono arrivati 378 milioni di euro. Come già verificatosi di recente su altri mercati, molto buona è stata la performance dei formati fisici, che generando complessivamente 223 milioni di euro sono cresciuti del 21% su base annua: mentre il CD ha fatto segnare un incremento di 9,6 punti percentuali, deflagrante è stata la prestazione del vinile, che ha più che raddoppiato le entrate rispetto al 2020 (+54,4%) generando ricavi per quasi 79 milioni di euro. “La capacità dei produttori di concludere nuovi accordi in grado di sviluppare esperienze innovative e coinvolgenti è stata uno dei principali motori della crescita del mercato della musica registrata”, ha dichiarato il dg di SNEP Alexandre Lasch: “Le etichette si sforzano costantemente di aumentare le partnership con le piattaforme; investono in nuove tecnologie e nuove applicazioni e sviluppano competenze all'interno dei team al fine di garantire che il pubblico possa connettersi e venire coinvolto dalla musica e dagli artisti che la producono nel maggior numero possibile di modi diversi”.