Gli investimenti della principale piattaforma di streaming musicale a livello globale spaziano dai contenuti audio alle nuove realtà immersive, e - ultimamente - anche al mondo dello sport. All’appello, secondo il Music Venue Trust, organizzazione britannica che dal 2014 sostiene i locali di musica dal vivo nel Regno Unito, mancherebbe l'universo del live. All’indomani dell’ufficializzazione dell’accordo tra la società guidata da Daniel Ek e l’FC Barcelona, l’organizzazione - per mezzo di una serie di tweet pubblicati sul proprio account ufficiale - ha osservato come gli oltre 300 milioni di dollari stanziati dall’azienda quotata a Wall Street per chiudere l’accordo con lo storico club catalano avrebbe potuto assicurare un domani con più certezza agli oltre 700 live club attivi oltremanica. “La somma impiegata da Spotify per associare temporaneamente il proprio marchio all’FC Barcelona avrebbe potuto essere impiegata per assicurare un futuro stabile agli oltre 700 locali di musica dal vivo del Regno Unito”, ha spiegato il Music Venue Trust: “Un investimento del genere avrebbe liberato 40 milioni di sterline nello sviluppo degli artisti emergenti, dei quali sia Spotify che le major sono i beneficiari finali. E non solo: un’operazione di questo tipo genererebbe un considerevole ritorno finanziario, vertendo soprattutto sull’ammodernamento degli immobili e quindi in beni durevoli. Sarebbe ragionevole. Spotify avrebbe potuto investire questo capitale in infrastrutture musicali, mantenendo il valore degli asset, migliorando l'economia per gli artisti emergenti e realizzando un piccolo ritorno su un investimento sensato e sicuro, oltretutto completamente in linea con gli interessi principali della propria attività. Ci piacerebbe parlarne con Daniel Ek per spiegargli quale incredibile opportunità si stia perdendo, ma purtroppo - al momento - non riusciamo nemmeno a fissare una riunione con lui per dirgli quanto sia importante supportare e proteggere gli artisti emergenti”.