Spotify ha annunciato di aver abbandonato completamente il mercato russo. La società svedese quotata a New York, in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca, aveva chiuso i suoi uffici in Russia pur lasciando reperibili i contenuti presenti sulla sua piattaforma, compresi i podcast. Tuttavia dopo le nuove leggi emanate dal Cremlino per reprimere il dissenso interno riguardante la campagna militare di aggressione a Kiev, il DSP guidato da Daniel Ek ha deciso di sospendere a tempo indeterminato il proprio servizio nel paese. “Spotify ha continuato a ritenere che sia di fondamentale importanza cercare di mantenere operativo il nostro servizio in Russia per fornire notizie e informazioni affidabili e indipendenti nella regione”, si legge nella nota con la quale l’azienda ha annunciato la propria decisione: “Sfortunatamente, le nuove leggi approvate - che limitano ulteriormente l'accesso alle informazioni, eliminano la libertà di espressione e criminalizzano alcuni tipi di notizie - mettono a rischio la sicurezza dei nostri dipendenti e, forse, anche dei nostri ascoltatori. Dopo aver valutato attentamente le nostre opzioni e le circostanze attuali, siamo giunti alla difficile decisione di sospendere completamente il nostro servizio in Russia”. Secondo quanto riferito da Reuters, il ritiro completo di Spotify dal mercato russo dovrebbe compiersi entro l’inizio del prossimo mese di aprile.