L’ora X - almeno per noi italiani - scatterà alle 2 del mattino di lunedì 4 aprile, quando - sul palco dell’MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, Nevada, si aprirà la cerimonia della sessantaquattresima edizione dei Grammy Awards, i massimi riconoscimenti assegnati dall’industria musicale americana. Mai come quest’anno la marcia di avvicinamento alla “music’s biggest night” è stata lunga e faticosa, tra rinvii, cambi di location, modifiche al regolamento e polemiche. Senza contare la crisi di ascolti, che - anno dopo anno - sta marcando la disaffezione nei confronti della più istituzionale delle manifestazioni musicali da parte del grande pubblico. Ma andiamo per ordine. Rimandati (e spostati) causa Covid L’emergenza sanitaria da SarS-Cov-2 aveva costretto gli organizzatori a elaborare un formato ridotto per l’edizione 2021 dei premi, tenutisi comunque a Los Angeles in diversi spazi del Convention Center e non, come da tradizione, allo Staples Center, oggi ribattezzato Crypto.com Arena. Per il 2022 l’idea era quella di tornare alla normalità, ma l’evoluzione della pandemia ha intralciato i piani degli organizzatori, che si sono visti costretti non solo a spostare la data dell’evento - previsto in origine per il 31 gennaio e poi rimandati al 3 aprile - ma anche a cambiare città, abbandonando L.A. a favore di Las Vegas, che - per la prima volta nella storia dei premi - ospiterà la cerimonia alla MGM Grand Garden Arena. I cambi al regolamento Dopo il dibattito sull’opacità dei processi di selezione dei candidati, il nuovo presidente dei Grammy Harvey Mason Jr. ha messo mano al regolamento della manifestazione per rendere l’elaborazione delle shortlist più trasparente e inclusiva. Tra le innovazioni apportate al regolamento e confermate dalla Recording Academy in vista della prossima music’s biggest night c’è l'estensione dell'idoneità per produttori, autori e tecnici del suono accreditati nella categoria Album of the Year, in precedenza riservata solo a chi era titolare di crediti superiori al 33% del tempo di riproduzione dell’opera in oggetto: tra le altre norme inserite nel regolamento c’è quella che vieta ai membri dell’accademia di fare lobbying a favore dei candidati e la ridenominazione del premio “Best Dance Recording” in “Dance / Electronic”. Le polemiche Dal Festival di Sanremo alla notte degli Oscar, un grande evento non può definirsi tale se non è accompagnato da una coda più e meno lunga di polemiche, e - in questo senso - in Grammy Awards non fanno eccezione. Tra quella da segnalare in vista dell’edizione 2022, c’è quella che ha coinvolto Marilyn Manson, che da qualche tempo è stato chiamato a rispondere a gravissime accuse di violenza sessuale: il cantante, prima incluso tra i candidati, è stato poi stralciato dal novero dei nominati a cause delle proteste di artisti, associazioni e movimenti d’opinione. Meno pesante è stata quella che ha avuto per protagonista Kanye West e Taylor Swift, secondo il New York Times talmente influenti da aver portato gli organizzatori ad ampliare le nomination in una delle due categorie principali dei premi, quella per l’Album dell’anno, solamente per averli tra i concorrenti. Senza contare il gran rifiuto di Drake, che - senza dare giustificazioni, ma con una lunga storia pregressa di critiche alla manifestazione - si è ritirato dall’edizione 2022 dei Grammy Awards. L’inarrestabile declino negli ascolti TV e la crescita sul Web Così come la maggior parte dei grandi eventi musical-televisivi americani, i Grammy Awards stanno sperimentando ormai da diversi anni un’inarrestabile emorragia negli ascolti televisivi. La passata edizione dei premi ha fatto segnare il dato più basso dal 2006: la torrenziale cerimonia durata oltre tre ore e mezza ospitata dal Convention Center di Los Angeles ha totalizzato 8,8 milioni di spettatori, con un calo del 53% rispetto al dato registrato dalla precedente edizione dello show, che fu capace di imporsi su oltre 18 milioni di schermi a livello nazionale. Prima della scorsa domenica, i Grammy meno graditi al pubblico televisivo sono stati quelli - appunto - del 2006, che registrarono un ascolto medio di 17 milioni di spettatori. La sorpresa, tuttavia, è arrivata dal Web: Paramount+, il servizio di streaming della CBS, pur senza comunicare dati numerici ufficiali ha parlato di un incremento dell’83% nelle visualizzazioni digitali. Ancora meglio sarebbe andata sulle piattaforme social: secondo Variety i Grammy 2021, nel complesso, avrebbero generato 77 miliardi di interazioni, tanto con il proprio hashtag ufficiale che con quelli legati alle star protagoniste della cerimonia. I performer e le nomination Protagonisti sul palco - strumenti alla mano - dovrebbero essere, tra gli altri, BTS, Brandi Carlile, la fresca vincitrice del premio Oscar per “No Time to Die” Billie Eilish, H.E.R., Lil Nas X, Nas, Olivia Rodrigo, BTS, Lady Gaga, John Legend, J Balvin, Carrie Underwood e Chris Stapleton. Nell’elenco dei performer sono inseriti anche i Foo Fighters: la partecipazione della band di Dave Grohl è stata ovviamente annullata - così come le restanti date del tour che avrebbe impegnato nei prossimi mesi la band di Dave Grohl - in seguito alla tragica scomparsa del batterista della formazione Taylor Hawkins, morto lo scorso 25 marzo mentre il gruppo si trovava in tournée in Colombia. La Recording Academy, che tradizionalmente nel corso della cerimonia ricorda i grandi artisti scomparsi nell'ultimo anno, ha fatto sapere di essere al lavoro per "onorare in qualche modo" la memoria del batterista, facendo sapere di voler "lavorare fino all'ultimo" per trovare una soluzione che "rispetti tutte le persone coinvolte" nel tragico accadimento. Per quanto invece riguarda le nomination, a guidare la pattuglia dei favoriti è Jon Batiste, in corsa in ben undici categorie, seguito da Doja Car, HER e Justin Bieber, in lizza per otto statuette.