Erede di una “dinastia” di editori che risale al 1860, Alfredo Gramitto Ricci è il managing director di Edizioni Curci, società che controlla una vastissimo repertorio del quale fanno parte diversi capitoli fondamentali della canzone popolare italiana, il più celebre dei quali - senza dubbio - è “Nel blu dipinto di blu”, brano del 1958 scritto da Domenico Modugno (testo e musica) e Franco Migliacci (testo) universalmente riconosciuto come una delle canzoni più celebri della storia della musica. Gramitto Ricci ha “debuttato” professionalmente come accompagnatore degli artisti a Carosello Records, mentre ancora studiava giurisprudenza all’Università di Milano: dopo aver gestito l’etichetta tra il 1987 e il 1998, Alfredo ha raccolto il testimone del padre Giuseppe alla guida di Edizioni Curci. Parte 1: “La mia non è stata una vocazione nei confronti di questo mestiere. Quello che più mi ha sorpreso, quando ho iniziato a fare il mestiere dell’editore, è stato il ricevere consensi mentre pensavo di non esserne all’altezza”, ha raccontato lui nel corso del colloquio con il direttore di Rockol Franco Zanetti: “E’ una cosa che nel tempo mi ha gratificato, rafforzandomi. All’inizio ho fatto questo lavoro per senso del dovere, perché sentivo di doverlo fare, ma nel tempo mi sono appassionato”. “Con la direzione di Carosello sono riuscito a vivere l’ultima coda divertente del lavoro da discografico, quella degli anni Novanta”, ha spiegato Gramitto Ricci: “Nonostante all’epoca discograficamente fossimo poco strutturati, siamo riusciti a fare molte belle cose, che mi hanno permesso di crescere molto. Il lavoro del discografico è molto impegnativo ma anche molto piacevole, perché si ha a che fare con personalità creative fuori dall’ordinario”. Parte 2: Vista l’esperienza su entrambi i versanti - discografico ed editoriale - maturata negli anni, Gramitto Ricci ritiene che sia importante lo scambio tra discografici ed editori per la buona riuscita di un progetto musicale? “Sì, a patto che le parti non litighino”, risponde: “La mancanza d’armonia, in situazioni del genere, si rivela sempre controproducente”.