Dopo avere tratteggiato le proiezioni sui numeri dell'industria musicale pubblicate da parte di Goldman Sachs, analizziamo qui in via sintetica quanto emerge dal rapporto pubblicato nei giorni scorsi da Luminate che, nell'ambito delle 37 slides che compongono il suo Mid Year Report, pone anche l'accento sul peso crescente delle collaborazioni e sull'altrettamento crescente apprezzamento delle stesse da parte del pubblico. Tuttavia è sull'incrocio tra on-demand streaming, catalogo e vinile che si colgono i segnali maggiormente degni di nota. Il primo è di tipo macro e riguarda l'incremento del 24,7% anno su anno degli stream audio di canzoni on-demand del primo semestre 2022, che sono arrivati a totalizzare la quantità di 1,6 triliardi complessivi, quasi il doppio rispetto ai 901,5 miliardi di stream video su richiesta (che però hanno messo a segno un +28,1% anno su anno). Il secondo concerne la quota parte di questo consumo derivante da musica da catalogo, che è passata dal 69,4% della prima metà del 2021 al 72,4% nello stesso periodo del 2022. A questo proposito, è interessante prendere nota di cosa Luminate intende per catalogue music for albums, ossia: "Album che abbiano almeno 18 mesi di vita, che siano finiti sotto il nr. 100 della classifica 'Billboard 200' e che non includano un singolo che attualmente compaia in qualsiasi classifica di radio airplay di Billboard". Quindi Luminate ci illumina sull'esistenza di un catalogo che potremmo definire "recente", comunque anagraficamente molto differente da tutto ciò che siamo abituati a considerare legacy e che, tradizionalmente, per le etichette è stato oggetto di (vetusta espressione) exploitation. Il terzo elemento, strettamente correlato al secondo, è relativo all'aumento del 19% dello streaming di musica da catalogo; in particolare, emerge che un terzo circa di quel 19% si qualifica come "catalogo recente", mentre un altro 10% è totalizzato da musica pubblicata negli anni Novanta. Il quarto ed ultimo dato rilevante parla di vinile e ci dice che in questo semestre appena conclusosi, rispetto al periodo equivalente del 2021, le vendite da vinile di musica nuova sono aumentate del 24,7%, mentre le vendite di vinile da catalogo sono calate dell'8,4%. C'è un bias in questo dato, ed ha un nome e cognome: Harry Styles, il cui "Harry's House" a maggio ha venduto 182.000 copie in vinile in una settimana. Considerazioni? Facciamo più attenzione a maneggiare le statistiche etichettate come catalogo, alla luce del significato che Luminate gli attribuisce. Capiamo anche se il raffreddamento che Goldman Sachs prevede sulla corsa alle acquisizioni di cataloghi non dipenda anche da questo dato così "riletto". Prendiamo nota che il vinile è una nicchia, ma è venduto a caro prezzo e ai più giovani interessa; se la platea si estende, la nicchia si allarga.