Sale a Wall Street, finalmente, il valore del titolo Warner Music, che lunedì 22 agosto ha raggiunto per la prima volta il prezzo di 17 dollari fissato all’inizio delle contrattazioni, crescendo ulteriormente a 17,95 dollari (+5,6 %) il giorno successivo. A rilanciare le quotazioni della società americana non sono i suoi risultati di classifica o i suoi prospetti finanziari ma, ancora una volta, le voci di un avvicinamento alla EMI: che a questo punto, d’accordo col principale investitore Warner, Thomas H. Lee Partners, sarebbe interessata non più a fondersi con la casa discografica di R.E.M., Green Day e Madonna ma ad incorporarla tout court (forte, tra l’altro, di una quota di mercato superiore a livello mondiale: 13,4 % contro 11,3 % nel 2004). Se così dovessero andare le cose, la situazione si farebbe delicata per gli attuali numero uno e due della major, Edgar Bronfman Jr. e Lyor Cohen, contestati dagli investitori per certe scelte strategiche e finanziarie. La EMI stessa, tra l’altro, sarebbe in lizza per l’ingaggio dell’ex capo della Atlantic Jason Flom, appena “trombato” (vedi News) proprio dalla coppia di vertice della Warner.