Dopo aver sospeso sine die le proprie operazioni in Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca, Sony Music ha annunciato di aver “preso la decisione di uscire completamente dal mercato russo, trasferendo la filiale e il roster a essa collegato alla gestione locale”: l’annuncio, consegnato dai vertici del gruppo all’edizione americana di Billboard, precisa come “poiché la guerra continua ad avere un impatto umanitario devastante in Ucraina e le sanzioni alla Russia continuano ad aumentare, non possiamo più mantenere una presenza nel paese, con effetto immediato”. La “gestione locale” citata dalla nota di Sony Music è stata affidata da Arina Dmitrieva, già ceo di Sony Music Russia: stando ad alcuni documenti depositati presso le autorità russe consultati dalla testata americana, la decorrenza del passaggio di consegne sarebbe da far risalire allo scorso 25 agosto. Le tre major - Universal Music Group, Sony Music Group e Warner Music Group - avevano annunciato la sospensione delle attività nel paese nelle primissime fasi del conflitto, tra il 9 e il 10 dello scorso marzo: la multinazionale diretta da Rob Stringer, tuttavia, è la prima a cedere in toto i propri asset in Russia. L’operazione - che, sempre secondo Billboard, dovrebbe interessare tra i 40 e 50 dipendenti, alcuni dei quali potrebbero essere riassorbiti dalla gestione locale diretta da Dmitrieva - ha interessato anche The Orchard, la società di servizi acquisita completamente dal gruppo nel 2015, che troncherà ogni rapporto di distribuzione con le etichette indipendenti russe. Appena lo scorso martedì, 6 settembre, Universal Music Group era stata insignita dell’Ukraine Peace Prize, riconoscimento istituito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per l’impegno dimostrato nel supporto alla popolazione del paese coinvolta nel conflitto.