Le graduatorie che fissano ranking economici e finanziari vanno prese con un grano di sale, sono buone per cristallizzare una situazione in via sintetica ma anche per innescare una sana chiacchiera da bar. Come questa. La classifica appena stilata da Billboard la innesca mettendo in fila le 10 più elevate remunerazioni che l’industria musicale ha erogato nel mondo nel 2021. Gli spunti non mancano. Il primo è di natura geografica ed è un segno dei tempi, per lo meno di quelli appena trascorsi: nella top 10 in questione, infatti, tre delle prime cinque posizioni sono occupate da coreani (K-Pop e Hybe sono i tag, qui) mentre due della decina sono appannaggio della Svezia, laddove Spotify conta più di Ikea e di Volvo. La musica registrata, dopo tutto, vanta una major francese, una nipponica, una americana guidata da un ucraino: Stati Uniti e Regno Unito fanno il mercato con gli artisti, ma le corporation sono ovunque. Il secondo spunto suggerisce che, pure sommando tutte le ricchezze ingenti di chi si è classificato dal secondo al decimo posto, tutti insieme nemmeno si avvicinano al numero uno il quale, a meno che non riesca a inventarsi l’imponderabile, avrà annotato nel suo diario quello appena passato come un anno meravigliosamente irripetibile. Parliamo di Lucian Grainge, boss di Universal Music Group, che ha intascato quasi 321 milioni di dollari. Stipendione, eh? Beh, una quindicina di milioni all’anno non sono disprezzabili però, nel suo caso, equivalgono solo al 5% del suo pacchetto. Il più l’ha infatti portato a casa perché è uno di quelli che fa succedere le cose e il mondo corporate non batte ciglio quando si tratta di riconoscere success fee. In particolare ha fatto succedere tre cose, tra le altre: ha ottenuto il coinvolgimento di Tencent Holdings nell’azionariato prima della quotazione della major a Parigi (obiettivo per avere centrato il quale Vivendi gli ha riconosciuto 17,5 milioni di euro), ha portato a buon fine il coinvolgimento analogo di Pershing Square Capital Holdings (qui la commissione è stata di 20.9 milioni) e, soprattutto, ha realizzato la suddetta quotazione: avere reso UMG una public company ha fruttato a Sir Lucian 195 milioni di euro. Un’enormità. Ma anche una cifra pari allo 0,5% del valore della label, che capitalizza una quarantina di miliardi di euro. Oppure, ancora, circa l'equivalente del 2% del suo fatturato del 2021 (9,4 miliardi di dollari). Lo schema è tipico, in fondo: anche nel caso della numero 4 in classifica con i suoi 32,64 milioni di dollari - Jennifer Witz, CEO di SiriusXM – lo stipendio è stato pari al 5% del totale; e, nel caso dei già citati manager coreani, così come dei due svedesi che chiudono la graduatoria, l’esercizio delle stock options monetizzate allo scadere del lock up ha fatto la differenza. Terza osservazione: fra i “top money makers” della musica, oltre a due dirigenti top di Warner Music Group (che capitalizza poco più di un terzo di UMG a $ 14,4 miliardi), figura anche il capo di Live Nation, che capitalizza in borsa circa $ 21 miliardi. Michael Rapino, che in tempi di covid aveva ben poco da sperare in termini di bonus, si è comunque rifatto perché la multinazionale del live lo ha coccolato con 112.900 stock options, metà delle quali monetizzerà l’anno prossimo. A seconda di quando sono state erogate (magari al minimo valore delle azioni tra marzo e aprile 2020, chissà?) potrebbero avere reso il massimo per il manager costando il minimo all’azienda (che non aveva cash da sprecare, date le circostanze). Tirando le somme: stravince la discografia, dove allignano i diritti e gli asset sono di proprietà; è quasi fuori gara il live, che dà l’appuntamento al prossimo anno, incrociando le dita; stanno in coda le piattaforme, che gli asset non possono fare altro che distribuirli; e tutti i money makers sono in forza a gruppi quotati. Ed ecco la classifica: 1. Lucian Grainge: $ 320,94 milioni CEO/Presidente, Universal Music Group 2. Kang Hyo-won (aka Pdogg) $ 35 milioni senior producer, HYBE 3. Yoon Seok-jun $ 34,26 milioni co-CEO, HYBE America 4. Jennifer Witz $ 32,64 milioni CEO, SiriusXM 5. Kim Shin-gyu $ 24,28 milioni chief artist management officer, HYBE 6. Michael Rapino $ 13,84 milioni Presidente /CEO, Live Nation 7. Stephen Cooper $ 10,74 milioni CEO, Warner Music Group 8. Max Lousada $ 10,23 milioni CEO, recorded music Warner Music Group 9. Gustav Söderström $ 8,94 milioni chief research and development officer, Spotify 10. Dawn Ostroff $ 8,83 milioni chief content and advertising content officer, Spotify