La Recording Industry Association of America (RIAA), associazione di categoria dell’industria discografica statunitense, ha pubblicato i dati relativi al primo semestre del 2022. Dal report si evince che l'industria musicale statunitense ha generato 7,69 miliardi di dollari, +9,07% rispetto all'anno precedente. I ricavi da streaming, pari a 5,03 miliardi di dollari, derivano dagli abbonamenti a pagamento che comprendono 525 milioni di dollari di pacchetti "di livello limitato" come quelli di Amazon Prime e "licenze musicali per le applicazioni digitali di fitness" per un incremento su base annua di circa il 10,11%, rispetto al 25,69% del primo semestre 2020 e del primo semestre 2021. I restanti 1,5 miliardi di dollari che lo streaming ha raccolto nel primo semestre del 2022 provengono in parte dagli utenti che usufruiscono di pubblicità su piattaforme come Spotify e YouTube e servizi sociali come TikTok e Facebook, con 871,5 milioni di dollari. Lo streaming ha generato 566,4 milioni di dollari di ricavi da "servizi radiofonici digitali e personalizzati", in calo rispetto ai 584,8 milioni di dollari del primo semestre 2021: i download hanno continuato la loro discesa con un calo del 19,08% nelle categorie dei singoli, degli album e delle suonerie, fino a raggiungere un totale di 256,2 milioni di dollari. Il mercato statunitense della musica registrata ha guadagnato 780,8 milioni di dollari (con un aumento del 13,29% rispetto all'anno precedente) grazie alle uscite fisiche durante il primo semestre del 2022, mentre i CD sono diminuiti (199,7 milioni di dollari in totale, con un calo del 2,25% rispetto all'anno precedente) ma i vinili hanno registrato un ulteriore balzo del 22,23%, raggiungendo i 570,2 milioni di dollari. Secondo la RIAA, il vinile rappresenta quasi i tre quarti delle vendite fisiche di musica registrata negli Stati Uniti.