Lo scorso maggio Hivemind, gruppo attivo nel segmento degli investimenti in realtà tecnologiche, e Algorand, la blockchain ideata Silvio Micali sviluppata da Algorand Inc., hanno ufficializzato l’acquisizione di Napster, programma di file sharing creato da Shawn Fanning e Sean Parker. A seguire, la piattaforma ha pubblicato il litepaper in cui descriveva gli obiettivi del nuovo ecosistema decentralizzato sulla musica di "Napster 3.0" a “beneficio di fan, produttori e titolari dei diritti”. Un vero e proprio ritorno alle origini sia dal punto di vista del piano aziendale che di persone che compongono il management: Jon Vlassopulos, ex global head of music di Roblox, incarico lasciato lo scorso aprile, torna in Napster come amministratore delegato. Il nuovo ceo, circa vent’anni fa, faceva parte del team di sviluppo aziendale di Bertelsmann che investì in Napster per trasformarlo da un nemico del filesharing a partner autorizzato dell'industria musicale. Le precedenti esperienze lavorative, in particolare quella con Roblox, hanno permesso al manager di conoscere maggiormente il mondo del Web3; un bagaglio da cui attingerà per l’obiettivo di rendere Napster un’azienda musicale Web3. Vlassopulos ha dichiarato: "Mi hanno proposto moltissimi progetti musicali Web3 e alcuni di loro erano interessanti e innovativi, ma mancava qualcosa. Le etichette e gli artisti vogliono fidarsi delle persone, delle società con cui lavorano, che queste saranno presenti e avranno la capacità di gestire più progetti contemporaneamente”. Napster prenderà parte ad alcuni di questi progetti Web3 in fase iniziale e acquisirà diverse delle startup grazie ad un nuovo braccio di investimento chiamato “Napster Ventures”, un fondo per supportare gli artisti ad orientarsi nel Web3 nato da un round di finanziamenti di un gruppo di fondi di investimento. Non solo: gli NFT saranno inclusi con un mercato per gli artisti che potranno vendere i loro non fungibile token. Per Vlassopulos l’utilità è l’aspetto chiave su cui deve basarsi l’intera strategia: dare quindi agli ascoltatori un servizio che utilizzano già e in più aggiungerne dei nuovi. Ha spiegato: “Vogliamo creare un'esperienza più equa per quanto riguarda la musica, connessioni tra fan e artisti, il merchandising virtuale ed esperienze virtuali. Pensiamo di poter giocare con il collezionismo (NFT, ndr), ma anche con l'utilità di un servizio. E la musica è perfetta per questo". Il ceo fa chiarezza anche su altri settori: “Per quanto riguarda gli altri servizi, quando si pensa ai guadagni trimestrali, si è spinti a inseguire la redditività e le entrate. E quando questi servizi diventano più servizi audio, quando ci si dedica agli audiolibri e ai podcast, ci si allontana sempre di più da ciò su cui vogliamo davvero puntare: la connessione tra artista e fan. Essere un'azienda indipendente con capitale, con un marchio di rilievo e con la capacità di muoversi e virare un po' più velocemente ci permette di adattarci e di muoverci in questo nuovo contesto”. Vlassopulos ha aggiunto che Napster potrà essere un partner fidato per le etichette, le società di gestione, le società di musica dal vivo e gli artisti che vogliono esplorare ciò che il Web3 può offrire, e sta già discutendo con molti di loro su ciò che potrebbe essere possibile. "Non credo che saranno i big player a cambiare idea, e anche se ci sono state molte sperimentazioni [da parte di startup più piccole] c'è bisogno di qualcuno con... un po' più di forza", ha concluso l'ad: "Non siamo il servizio più grande del mondo, è vero, ma abbiamo diversi milioni di utenti. Siamo l'impresa musicale web3 più capitalizzata, anche se ovviamente si tratta di un livello relativamente basso. Certo, è inferiore a quella dei big, degli operatori storici, ma vediamo comunque un'opportunità. C'è la sensazione che la musica possa essere la storia di successo del web3, forse anche più della DeFi (finanza decentralizzata) o del gaming”.