Il nome di Nathan Joseph, scomparso in Inghilterra a 66 anni, dirà poco alla maggior parte del pubblico italiano, e specie a quello più giovane di età. Ma “Nat”, com’era comunemente chiamato nell’ambiente, è stato con la sua Transatlantic Records, fondata nel 1961, uno dei padri fondatori della moderna discografia britannica indipendente nonché primo motore del movimento folk revival locale che portò alla ribalta internazionale talenti come Pentangle, Bert Jansch, John Renbourn, Dave Swarbrick e Ralph McTell. Eclettico nei gusti e avventuroso nelle scelte, Joseph arricchì via viail catalogo della sua etichetta con dischi di ogni genere musicale, dal blues revival (il “padre” inglese del genere, Alexis Korner) al pop rock (Gerry Rafferty), dal jazz al cabaret e molto altro ancora. Fu anche il primo a importare e distribuire nel Regno Unito album di figure importanti e all’epoca “scomode” della controcultura americana come Malcolm X e il comico Lenny Bruce. Il catalogo venne successivamente ceduto alla Castle Communications ed è ora in mano alla Sanctuary: entrambe hanno prodotto un massiccio programma di ristampe.<br> “La sua parola e la sua stretta di mano valevano quanto e più di un contratto scritto” ha dichiarato Seymour Stein, fondatore della Sire Records, ricordando Joseph per il sito di Music Week. “E’ stato un vero pioniere. Società come la Mute, la Beggar’s Banquet e la Rough Trade gli devono molto”.