L’ampliamento dei benefit di Amazon Music ai clienti Prime annunciato lo scorso primo ottobre non è un’iniziativa una tantum che il DSP collegato al colosso di e-commerce fondato da Jeff Bezos ha preso a mo’ di stunt per segnalarsi sul sempre più competitivo mercato dello streaming musicale, ma uno degli aspetti di una strategia specifica attraverso la quale il servizio attivo dal 2008 (dal 2017, in Italia) mira ad allargare le proprie quote di mercato fidelizzando ulteriormente i propri abbonati. Questa la linea descritta da Roberto Piola, Head of Music Industry di Amazon Music Italia, secondo il quale la nuova operazione non fa altro che andare verso quello che è la mission principale dei servizi multipiattaforma del colosso con quartier generale a Seattle: “portare sempre più intrattenimento al pubblico”. Obiettivo che, ovviamente, passa anche dall’offrire qualcosa di esclusivo, non disponibile sui DSP concorrenti. “La produzione di contenuti esclusivi fa parte della nostra strategia per offrire un servizio con standard sempre più alti ai nostri abbonati”, chiarisce Piola: “In questo senso, il live di Kendrick Lamar da Parigi del 22 ottobre scorso (una delle tappe del The Big Steppers Tour) è esemplare, perché realizzato con una collaborazione importante tra Amazon Music, Twitch e Prime Video, una sinergia grazie alla quale l’evento è stato reso disponibile sui diversi servizi”. In Italia una delle ultime produzioni originali ha avuto per protagonista Salmo, con un concerto acustico registrato al tramonto nella sua Sardegna (più precisamente, in Costa Smeralda) rilanciato sia in formato audio (su Amazon Music) sia in video (su Prime Video). “Dopo il progetto ‘Salmo unplugged’ in Italia stiamo continuando a investire molto nelle produzioni original”, assicura Piola: “Nelle prossime settimane annunceremo un’altra importante iniziativa musicale dedicata al Natale. Sono operazioni alle quali teniamo molto: sviluppare contenuti esclusivi insieme alle label non solo aggiunge valore all’offerta che proponiamo ai nostri clienti, ma aiuta gli artisti a raggiungere nuovi fan attraverso più canali”. E’ chiaro come, ormai, la formula del DSP musicale convenzionale non basti più a reggere il mercato attuale. Amazon Music Italia ha aperto il proprio catalogo ai podcast dal 2020, e oggi dispone anche dell’opzione HD per la riproduzione di parte dei brani in catalogo. Tutte strategie già adottate da altri competitor, che - nel caso del DSP di Bezos - sono da inquadrare in un disegno ben preciso. “Il nostro obiettivo è immaginare un ascolto diverso dei contenuti musicali, ottimizzando l’esperienza dei clienti attraverso l’esperienza voice di Alexa, l’audio in HD, le sinergie con Twitch, i podcast e lo sviluppo di nuove features”, spiega Piola a proposito del posizionamento sul mercato del servizio: “I mezzi con i quali cerchiamo di mantenere e attrarre nuovi clienti sono quelli connaturati nel DNA di Amazon - fondato sulla customer obsession, che ci portano a voler offrire ai nostri abbonati un’esperienza sempre più ricca”. Riguardo il numero effettivo di abbonati, sia su scala globale che locale c’è completo riserbo: “Dal 2020, quando abbiamo comunicato il raggiungimento dei 55 milioni di abbonati, il trend nell’andamento delle sottoscrizioni è in aumento, sia in Italia che a livello globale”, conclude - senza fare cenno ai numeri - Piola.