Il decreto legge 162 del 31 ottobre 2022, divenuto popolare come dl anti rave party, ha ricevuto l’appoggio di Maurizio Pasca, presidente del Silb, il Sindacato Italiano dei Locali da Ballo. “La nostra Associazione combatte da sempre questi comportamenti illegali perché se le norme ci sono, c’è un motivo”, ha fatto sapere Pasca in una nota: “Siamo al fianco del Ministro Piantedosi, che con la sua linea dura dimostra di prendere sul serio un problema che esiste da anni e che crea danni sociali ed economici indicibili”. “Il SILB è per la lotta all’illegalità, da anni denunciamo questi fenomeni con forza senza però che mai nessuna istituzione intervenisse al riguardo”, ha concluso Pasca: “Maggiori controlli vuol dire maggiore sicurezza per tutti, ecco perché oggi ribadiamo la nostra volontà di collaborare con il Governo, perché non vengano più ripetuti gli errori fatti in passato”. “Il tema dell’abusivismo nel mondo del divertimento e del ballo non riguarda solo ed esclusivamente i cosiddetti rave party. Il recente decreto del Governo ha dimostrato che si può combattere questo fenomeno, come chiediamo a gran voce da molti, troppi anni, senza essere ascoltati”, ha aggiunto - in un’intervista al Resto del Carlino - Gianni Indino, presidente della sezione emiliano-romagnola del SILB: “Si parla tanto di sicurezza, ma nessuno finora aveva preso provvedimenti per arginare l’abusivismo. E’ la punta di un iceberg fatto di attività organizzate senza titolo che danneggiano le imprese regolari, creano danni sociali, economici e situazioni di enorme difficoltà su diversi fronti. La concorrenza sleale è una pratica scorretta, che limita gli investimenti delle imprese perché i ricavi si assottigliano e non si riesce a stare al passo con i tempi nell’adeguamento degli arredi, della tecnologia, con la creazione delle nuove tendenze. E a trarne profitto è solamente chi organizza feste abusive senza nessun titolo”. La norma pubblicata in Gazzetta Ufficiale alla fine dello scorso ottobre introduce il reato di “invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica”, e si applica quando più di cinquanta persone occupano arbitrariamente proprietà pubbliche o private: le pene previste per chi “organizza o promuove” le iniziative (al netto di eventuali correttivi, già ipotizzati dal Guardasigilli Carlo Nordio) vanno dai tre ai sei anni di reclusione e dai mille ai 10mila euro di multa”. Condanne - seppure diminuite fino a un terzo della pena prevista - sono previste anche per i partecipanti agli eventi.