Abbiamo di recente parlato di Jimmy Iovine in occasione della notizia che lo segnalava tra gli investitori del round di finanziamento che la startup israeliana Yoom ha portato a buon fine di recente. Il mogul americano – una carriera discografica monumentale che dalla produzione lo ha portato ai vertici di Interscope per poi virare verso il digitale e la tecnologia con la creazione di Beats e la sua conversione in Apple Music - in un'intervista rilasciata a Variety ha parlato sia di “volumetric capture” e di come la tecnologia di Yoom si accinge a traghettare i musicisti verso le esperienze immersive, sia dell'industria musicale in generale. Significativo il passaggio dedicato a Spotify, al suo co-fondatore e CEO, Daniel Ek, e all'evoluzione dello streaming. "Vorrei che l’industria musicale si muovesse in senso laterale, e anche Spotify dovrebbe", ha affermato Iovine nell’intervista. "Daniel Ek è un pioniere incredibile con un grande, grande talento. La sua azienda deve fare qualcos’altro. Lo streaming musicale non deve essere solo una utility, ha bisogno di incorporare una qualche forma di elemento sociale, così che gli artisti possano interagire con il pubblico. Le due attività sono separate e non dovrebbero: la musica e la distribuzione dovrebbero essere insieme... Lo streaming non sarà mai ciò che potrebbe essere senza la socialità. Deve esserci un’interazione tra artista e pubblico. Perchè dovere andare da qualche altra parte per farlo succedere?"