La Milano Music Week 2022 è iniziata e con lei anche i talk e i workshop tenuti alla Rockol House, allestita nel Clini Loft di via De Castilla 7, ai piedi del “Bosco Verticale” di Milano. Il primo workshop è stato “INDIE COME ME - Gli indipendenti italiani alla conquista del mercato”, in cui sono intervenuti Fabrizio Tudisco (TuneCore Italia), Luca Daher (Believe Italia), Egreen (Artista TuneCore), Danny Metal (Youtuber e Artista Believe). L’argomento principale del talk è partito dalla domanda “cosa significa essere indipendente” a cui le diverse figure professionali hanno dato risposte, anche diverse, ma tutte con un unico comune denominatore: “essere indipendente significa essere responsabili dei propri successi e fallimenti”. Egreen ha dichiarato: “All’inizio avevo un’idea un po’ romantica, poi è diventato un concetto in cui sono subentrati altri aspetti come l’avere il controllo sulla promozione di un disco, la responsabilità sui successi e fallimenti, avere a cuore l’aspetto le tecnicalità e del prodotto che arriva ascoltatore. L’artista è solo la punta di un iceberg e oggi è una grossa responsabilità essere indipendente: c’è molta facilità nello sbandierare di essere indie, ma nel momento in cui si prende coscienza di cosa significa cambia”. Alla responsabilità, Luca Daher di Believe Italia ne ha aggiunto un altro, quello della coerenza prendendo come riferimento due generi, quello del metal e quel del rap, e di come hanno reagito al fenomeno delo streaming: “Coerenza: in modo diverso il metal e il rap hanno affrontato lo streaming grazie alla loro solida base culturale. Chi fa quel genere di musica deve avere una fanbase attiva, che partecipa, che risponde e interagisce. Essere indipendenti è l’unico modo per avere in vita questi generi; il metal lo è sempre stato, oggi ci sta arrivando e nello scenario in streaming italiano hanno tolto tanto e stanno facendo tornare il focus sulla persona e sul rap”. Coerenza e responsabilità verso sé stessi e verso il proprio pubblico perché l’artista, oggi, è anche un personaggio pubblico sui social. Danny Metal, Youtuber e Artista Believe, ha spiegato: "É iniziata un’era meritocratica grazie alla ‘coscienza’ che si crea attraverso i social che premia o penalizza il progetto di un artista". Fabrizio Tudisco ha aggiunto: “Il focus dell’industria e il modo in cui si viene ascoltati, scoperti sono cambiati. Torna la necessità di fare qualcosa di vero, di scrivere ciò che arriva dal profondo e trasmetterlo al pubblico che, rispetto a vent’anni fa, fruisce della musica in modo diverso. Per esempio, il 75% di utilizza TikTok conosce nuovi artisti e il 63% di questi va su Spotify e li segue. C’è un passaggio diretto da chi crea musica e a chi ne fruisce. È un processo in continua evoluzione”. Un rapporto diretto: solo chi ha la capacità di capire il modo di comunicare riesce ad avere successo ed Egreen porta l’esempio della Dark Polo Gang: “Gli artisti che hanno una storia e un team di persone valido riescono a trionfare nella prova del tempo e vince chi riesce a dominare il linguaggio che viene percepito dalla massa in quel determinato periodo storico. Ne è un esempio la Dark Polo Gang: sono riusciti ad essere le persone giuste al momento giusto con produzioni ad alto livello e il linguaggio è quello usato in quelle generazioni e se a questo c’è un ragionamento dietro va bene”. I social, dunque, hanno assunto anche la funzione di discovery che rischia, a causa dell’aumento di proposte, di far “soffrire la parte creativa dell’artista”. Luca Daher ha spiegato: “Sì, è un rischio che c’è perché competi con molte persone e potresti annegare e sì, si fa fatica a ricordare l’artista rispetto al brano. La longevità è la risposta, con il controllo delle proprie produzioni, e ogni artista deve trovare la propria dimensione. È uno strumento che può diventare una fregatura. Oggi l’artista ha accesso a molti più dati e capire chi compone la propria fanbase è fondamentale”. Fabrizio Tudisco, sottolineando l’aspetto della responsabilità – e conseguenze - di una produzione indipendente e della pressione che gli artisti devono affrontare, ha parlato di un aspetto che a volte non viene considerato, quello della salute mentale: “Si deve parlare anche di salute mentale. Ognuno di loro ha un modo diverso di reagire ad una affermazione del genere (Spotify aveva affermato che gli artisti avrebbero dovuto produrre un singolo ogni tre mesi, ndr) perchè ognuno ha i propri tempi di scrittura, di produzione. C’è bisogno di tempo”.