Ultimo giorno di talk e workshop alla Rockol House, allestita nel Clini Loft di via De Castilla 7 di Milano, all’interno della rassegna musicale Milano Music Week 2022. Continuano gli appuntamenti con “No pasa nada”, il podcast di Marta Basso sulla salute mentale nato del 2020, con ospite la cantautrice Mille; hanno moderato Giulia Disegna, Francesca Disegna. Mille, Elisa Pucci all'anagrafe, ha descritto la sua idea di salute mentale: "La salute mentale è un’utopia: aspiriamo a questa, ma non so se ci arriveremo mai. Forse il bello è questo e stare male, a volte, è più confortevole dello stare bene" L'artista ha poi raccontato della sua esperienza con la psicoterapia e di quanto sia fondamentale nel suo percorso: "Ho la psicoterapia nel 2019, periodo in cui mi sono stabilizzata a Milano. Momento che ha coinciso con un 'lutto', la perdita di una persona che non frequento più e che mi ha fatto star molto male. Quando finisce una relazione ti fai delle domande a cui cerchi di dare delle spiegazioni. Ho avuto la fortuna di trovare una psicoterapeuta molto brava, che sul mio cellulare ho salvato come 'Simona Cervello'. E sono qui anche grazie a lei. In tre anni non ho mai perso una seduta, perché è un’impegno verso noi stessi. Per me è un momento sacro". Il nome d'arte arriva in un periodo in cui l'artista era alla ricerca di un 'nome' da dare alle sue canzoni: "Avevo bisogno di dare un 'nome' alle mie canzoni, e il termine 'Mille' si ripeteva sempre nella mia quotidiana. Mi identifico con 'Mille', però, solo da quando mi sento chiamare così: un riconoscimento venuto dagli altri". L'artista prosegue discutendo del rapporto tra salute mentale e arte: "Bisogna parlarne tantissimo perché tutto quello che è sconosciuto ha più difficoltà ad essere percepito come normale. Spesso mi sono sentita dire che uno non va in terapia perché vuole farcela da sola: mi chiedo: ma se hai fame, non mangi? Secondo la cultura dovevo essere necessariamente forte, ma ho imparato a chiedere aiuto ed è stato un grande passo. Andare in terapia non deve essere un trend di moda: nel momento in emerge il bisogno di far parte di qualcosa, ma si utilizza un tema così particolare per alzare la mano e far vedere che si sta facendo quella cosa, perde l’importanza di quell’azione. Ciò significa che la salute mentale debba essere pop in senso si popolare, per tutti. L’arte è sia la cura che il malanno: mi rendo conto che va di pari passo e sto imparando a convinvere con gli alti e bassi del mio mestiere. È un lavoro che vivo 24 ore su 24".