Le voci che nella giornata di oggi hanno iniziato a rincorrersi sui social purtroppo sono vere: Buscemi Dischi, storico negozio milanese che da cinquant’anni rappresentava un punto di riferimento per gli appassionati di vinile residenti nel capoluogo (e non solo), abbasserà la saracinesca per l’ultima volta nella prima metà del prossimo anno, entro la fine dell'inverno. A confermarlo a Rockol è il titolare, Mario Buscemi. “Al di là di aver ormai raggiunto l’età della pensione, il fatto è che ormai stare aperti non vale più la pena”, dice, rassegnato, Buscemi: “Non siamo in perdita, ma incassiamo il 90% in meno di quello che incassavamo ai tempi d’oro”. Una flessione causata essenzialmente “dalle nuove uscite, che come LP sono molto costose e difficili da gestire. Di contro c’è un buon mercato dell’usato, ma quello - da solo - non basta per rendere sostenibile l’attività”. A fiaccare definitivamente Buscemi non è stato il Covid - “un periodo che siamo riusciti a superare senza particolari criticità” - ma la situazione del mercato del vinile. Che, raccontata da lui, non aderisce al 100% alla rappresentazione fornita dai report annuali e semestrali da associazioni ed etichette, dove si parla di crescita a doppia cifra e rivincita del fisico sul digitale. “E’ una tendenza che ormai stavamo osservando da quattro o cinque anni”, ci spiega: “Abbiamo provato a tenere duro, ma alla fine non ce l’abbiamo fatta”. Una bandiera bianca alzata nonostante l’hype che circonda 33 e 45 giri, e iniziative come il Record Store Day, nate appositamente per sostenere realtà come quella di Buscemi Dischi. “Il fatto è che col Record Store Day si lavora due giorni, al massimo una settimana”, racconta Buscemi: “Poi, passato l’evento, tutto torna come prima. Però bisogna considerare anche cosa si fa, per il Record Store Day. L’ultimo c’è stato una settimana fa, il 25 novembre, per il Black Friday 2022, e di titoli validi ne sono stati presentati davvero pochi”. Il mercato del vinile, visto da dietro il banco di un negozio, è diverso da quello descritto dai report destinati agli addetti ai lavori. “Le uscite costano, e la gente prima di comprare ci pensa due volte”, conclude Buscemi, la cui attività non sarà rilevata ("Noi non abbiamo cercato, e nessuno si è fatto avanti"): “Le ristampe non si trovano, perché le fabbriche sono poche, e sono probabilmente occupate con le novità. Si parla tanto di investire sul vinile: sarebbe bello se lo si facesse veramente, aprendo nuovi stabilimenti. Ma…”.