Dopo Claudio Buja (UMPG) ed Enzo Mazza (FIMI), anche il presidente di PMI - Produttori Musicali Indipendenti Mario Limongelli è intervenuto nel dibattito relativo all’eventuale riformulazione del Bonus Cultura, tema sollevato dal Ministro della Cultura del Governo Meloni Gennaro Sangiuliano affrontato in un editoriale nella mattina di ieri, lunedì 12 dicembre, dal direttore di Rockol Franco Zanetti. Ecco, di seguito, l’intervento del presidente di PMI: Caro Franco, ho letto con attenzione la tua lettera e le rispettive risposte dei colleghi che hanno avuto modo di ribattere e sottolineare i motivi importanti che sottendono alla richiesta di non abolire 18App. Cogliamo però lo spirito della tua missiva per provare a ragionare su come e su cosa ci troviamo ad affrontare quotidianamente in questo “benedetto” Paese, sui media, sulla carta stampata, dal vivo, nei rapporti interpersonali, nei confronti dei giovani. Ovvero la costante, lenta ma inesorabile discesa verso la mediocrità culturale nei linguaggi e nelle decisioni, anche da parte di chi ci deve rappresentare, tutelare e incentivare tutti ad essere se non altro cittadini migliori, se non esseri umani migliori. Mediocrità culturale che purtroppo si auto-alimenta e ultimamente fa anche vanto di sé. Studi autorevoli mostrano come un abbassamento del livello culturale del Paese coincide con un peggioramento del welfare e della vita sociale. La Cultura (e uso la maiuscola) presente, passata e futura e l’Istruzione sono l’unico baluardo contro l’ignoranza e l’incapacità di affrontare scelte importanti nel privato e nel pubblico. Abbiamo già un crescente abbandono scolastico, leggiamo 10 volte meno dei tedeschi, alleviamo giovani che faticano a rendersi indipendenti mentalmente ed economicamente rispetto alla media europea, ma viviamo in Italia, che ha dato i natali a scrittori illustri, musicisti illustri, cineasti illustri, pittori, scultori, architetti che il resto del mondo ci invidia. Dovremmo farcene un vanto e invece continuiamo a pensare che tutto questo sia un vecchio e polveroso fardello che ci trasciniamo dietro a fatica perché siamo italiani, che dobbiamo tutelare per consuetudine e non per volontà ed utilità. La Cultura è diventata quasi un bene di lusso accessorio, in alcuni casi addirittura una forma di discriminazione tra i giovani, quasi un disvalore, la Cultura è divisiva… Perché? Vogliamo davvero verificare l’ISEE delle famiglie di tutti i nostri ragazzi neo-maggiorenni che non hanno un proprio reddito e dire loro: tu hai diritto a 500 euro per comprare prodotti culturali perché provieni da una famiglia povera e tu invece no perché sei figlio di una famiglia ricca e quindi i soldi li devi chiedere ai tuoi genitori (che possono negarli)? Ma che forma di emancipazione culturale è mai questa ? Non stiamo parlando di incentivare all’acquisto di un nuovo scooter ….o forse si? Con affetto Mario Limongelli e tutta la PMI Rockol rimane ovviamente disponibile a ospitare i commenti degli addetti ai lavori relativi alla proposta di riforma di 18app: inviateci i vostri interventi a newsdesk@rockol.it indicando nell’oggetto della e-mail “18app”.