Primi segnali di riavvicinamento tra il governo Meloni e il mondo dello spettacolo. Nella mattinata di oggi, mercoledì 21 dicembre, la commissione bilancio della Camera ha approvato l’emendamento presentato da Matteo Orfini a copertura della misura prevista dalla legge delega in materia di spettacolo, la 106 del 15 luglio 2022, che accorda l’indennità di discontinuità ai lavoratori dello spettacolo. La cifra allocata, 100 milioni di euro, copre per due terzi l’importo originariamente indicato dalle rappresentanze di settore, che avevano indicato in “almeno 150 milioni” la cifra necessaria alla messa a terra del provvedimento. I portavoce del comparto parlano di un “risultato storico”, che tuttavia non può prescindere dall’impegno nell’”aumentare la dotazione economica a copertura del provvedimento e per garantire la partecipazione alla fase di redazione dei decreti attuativi”. “La dotazione non risponde alle richieste iniziali e ci auguriamo possa essere incrementata nel corso dei prossimi mesi”, hanno fatto sapere, in una nota, i coordinamenti di lavoratori dello spettacolo Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo e La Musica che Gira, insieme ad ARCI, Il Jazz Italiano e Centro Studi Doc / Rete Doc, le entità che si erano mobilitate per portare all’attenzione dell’esecutivo le istanze dei lavoratori: “Ci auguriamo, inoltre, il coinvolgimento dei professionisti e delle professioniste del settore che hanno partecipato al processo virtuoso di confronto, iniziato nel 2020, che ha portato oggi a questo risultato. Confronto indispensabile per restituire una norma davvero condivisa che cambi il volto del settore per quanto riguarda diritti e tutele di lavoratori e lavoratrici”. “L'approvazione dell'indennità di discontinuità è arrivata dopo un complicato iter di confronto durato anni tra la politica, le realtà del settore, professionisti e professioniste che ne fanno parte”, conclude il comunicato, inviato all’indomani della conferenza stampa con la quale le rappresentanze hanno richiamato il governo alle proprie responsabilità: “La misura è lo strumento fondamentale per rendere i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo uguali a quelli degli altri settori, riconoscendo il lavoro indispensabile delle fasi di studio e progettazione, come imprescindibili e necessarie anche in termini contributivi. Quel lavoro non visibile al pubblico ma che è indispensabile per ogni concerto, ogni spettacolo, ogni esibizione, è riconosciuto dall’indennità di discontinuità, che dal 15 luglio 2022 è legge dello Stato e dal 2023 è esigibile da chi ne ha diritto". Il testo, ora, dovrà passare l'esame della Camera dei Deputati, che dovrebbe approvare e rendere immodificabile i termini del provvedimento entro il 24 dicembre prossimo all'interno della legge di bilancio 2023: successivamente la disposizione sarà portata, insieme alla manovra, all'attenzione del Senato, che dovrà dare il via libera definitivo entro e non oltre il 31 dicembre successivo. Come già confermato ieri a Rockol da La Musica che Gira, la stime dei potenziali beneficiari è difficile in mancanza di una mappatura precisa del settore: la platea del provvedimento riguarda circa 700mila lavoratori discontinui, ma si estende anche agli autonomi, come artisti, turnisti, tecnici di studio e altre figure non titolari di contratti di lavoro subordinati.