Soundcloud ha chiuso un anno decisamente positivo, come abbiamo raccontato pochi giorni fa a proposito del suo ultimo bilancio. Ma avevamo concesso poco spazio ai numeri che, a loro volta, quei ricavi record (€ 230,7 milioni, per un incremento del fatturato del 19% anno su anno) li hanno procurati mediante produzione, upload, utilizzo e interazione. Eccoli, in estrema sintesi: 130 milioni di ascoltatori – che Soundcloud, con coerenza e con il piglio giusto, chiama “fans”, così come ha definito “fan powered royalties” gli introiti retrocessi agli artisti con il metodo “user centric” (antitetico al molto più diffuso metodo pro-rata, basato sulle quote di mercato e non sugli ascolti effettivi); 40 milioni di artisti, ossia coloro I quali hanno caricato loro musica sulla piattaforma, originando così una library complessiva di … … 320 milioni di brani. Soundcloud ha centrato gli obiettivi in chiave di scalabilità che si era prefissata ed è entrata in territorio positivo. Non è un’ovvietà per un DSP. Dipende sia da un modo più frugale di interpretare le risorse umane utilizzate, sia da un modello originale che – come accennato nell’articolo suddetto – distingue tra l’attività “Fans” e l’attività “Creators”.