Nel Regno Unito, il sindacato dei musicisti Musicians’ Union (MU) e l'associazione di beneficenza Help Musicians hanno annunciato il lancio del “Musicians' Census”, un report che dà un quadro completo sull’opinione che i musicisti hanno su diversi argomenti. Come in precedenti analisi, gli enti hanno raccolto le opinioni dei musicisti su temi che vanno dall'economia dello streaming alla salute mentale e alla crisi del costo della vita. La segretaria generale del MU, Naomi Pohl, ha ricordato che nel Regno Unito ci sono circa 37.000 musicisti e li ha incoraggiati a compilare il questionario "in modo da poter costruire un'industria migliore, che sia inclusiva, accessibile e giusta per tutti". Il Musicians' Census, però, va oltre: la previsione è quella di riproporlo ogni tre-cinque anni per fornire resoconto di come la comunità dei musicisti si sente e sta cambiando; tra i temi trattati vi saranno la demografia, la diversità, la salute e il benessere, i modelli di lavoro e il reddito. Il vicedirettore generale di Help Musicians, Sarah Woods, ha aggiunto che "non è mai stato fatto un quadro completo della popolazione totale dei musicisti e senza questi dati non siamo in grado di garantire che il nostro sostegno abbia il abbia il miglior valore possibile". Lo scorso novembre, il MU ha aderito all’iniziativa dell’House of Commons Women and Equalities Committee - il Comitato per le donne e le pari opportunità – per la sua inchiesta "Misoginia nella musica".