La fondatrice della società di live promoting Zed Entertainment’s World Valeria Arzenton è stata condannata dalla Corte d’Appello del Tribunale di Milano al risarcimento dei danni non patrimoniali - quantificati in 35mila euro - e al risarcimento delle spese processuali per diffamazione nei confronti di TicketOne, la società di ticketing italiana controllata dal gruppo tedesco CTS Eventim. Come riferito dalla stessa TicketOne in una nota diffusa oggi, mercoledì 25 gennaio, stando ai giudici “il comportamento diffamatorio tenuto da Arzenton non incontrava alcuna possibile giustificazione né nella veridicità dei fatti, né nelle espressioni utilizzate, che sono pertanto state ritenute diffamatorie nei confronti della società e lesive della reputazione di TicketOne”. “La Corte d’Appello ha riaffermato la piena correttezza dei comportamenti della nostra Società, la cui reputazione è stata lesa senza alcuna motivazione, con accuse gravi che hanno colpito TicketOne e l’intero Gruppo CTS Eventim che da sempre operano secondo principi etici di correttezza e nel totale rispetto della concorrenza”, ha fatto sapere l’amministratore delegato della società, Stefano Lionetti. La vicenda risale al 2019, quando Arzenton accusò TicketOne, intervenendo presso la trasmissione televisiva Striscia la Notizia, di “tentativi corruttivi, nonché di essere stata vittima di tentativi di estorsione, ritorsioni e boicottaggi”. TicketOne e le società di live promoting italiane legate a CTS Eventim agirono in sede legale nei confronti di Arzenton in qualità di rappresentante di Zed. Rispondendo alla querela presentata da TicketOne, Zed e Arzenton fecero sapere - per mezzo di una nota ufficiale - di essere pronti “a presentare, dinanzi alla Procura della Repubblica adita dalle querelanti, tutti i documenti posti alla base delle dichiarazioni rese agli organi di stampa” e a “denunciare e rendere pubblici i comportamenti che riterranno lesivi della propria reputazione, delle proprie aziende, della libera concorrenza, del mercato e del pubblico”. A distanza di quasi quattro anni dall’avvio della vicenda, e alla luce della sentenza della Corte d’Appello del capoluogo lombardo, TicketOne ha espresso “grande soddisfazione” per la pronuncia che ha “riconosciuto la valenza diffamatoria delle dichiarazioni rese da Valeria Arzenton, fondatrice di Zed”, nei propri confronti.