Emergono altri particolari sull’innovativo accordo di compartecipazione societaria (non solo discografica) che la EMI ha siglato nei giorni scorsi con il gruppo californiano, pioniere del genere nu metal (vedi News). La cifra concordata tra le parti, 25 milioni di dollari in cambio di due album, garantisce alla major inglese il diritto di partecipare a tutti gli utili realizzati dai Korn nelle loro attività musicali extradiscografiche (edizioni, concerti, merchandising, sponsorizzazioni, progetti cinematografici e televisivi) attraverso una società di nuova costituzione di cui la EMI detiene, da fonti ufficiose, circa il 30 % delle quote. E’ dunque la band ad avere il controllo e l’ultima parola su tutte le decisioni e le iniziative che riguardano la sua carriera, anche se nel contratto sono state inserite clausole che coprono la casa discografica da eventuali rischi di danno economico (ad esempio nell’ipotesi in cui i Korn decidano di non andare in tournée o di non accettare opportunità considerate potenzialmente lucrative dalla EMI). L’etichetta Virgin, a cui il nuovo repertorio discografico dei Korn sarà affidato in licenza, avrà diritto di recuperare i costi sostenuti in marketing e distribuzione prima di trasferire i profitti derivanti dalla vendita dei dischi alla nuova società creata dalla band e dalla sua capogruppo. <br> Anche se le negoziazioni sono state materialmente portate avanti da avvocati e specialisti, è stata la coppia di vertice della EMI, formata da Alain Levy e David Munns, a formulare ai Korn l’offerta di una partnership a 360 gradi dopo aver ascoltato in anteprima il loro nuovo album.