L’incontro tra l'intelligenza artificiale e piattaforme di streaming continua e questa volta si concretizza nella collaborazione tra Aimi e YouTube. L’accordo prevede il lancio di 10 canali musicali "Live AI-generated", con la musica creata dal sistema di Aimi, che offrono diverse atmosfere musicali come serenity, flow, elettronica, chill, lounge, deep, house e push. Edward Balassanian, ceo della startup americana fondata nel 2019 e con sede in Texas, ha dichiarato: "Vogliamo mostrare le possibilità che nascono dall’unione tra la creatività umana e la potenza dell'intelligenza artificiale generativa”. La società ha inoltre assicurato che i "modelli di apprendimento automatico di Aimi sono stati addestrati in modo etico e legale"; precisazione doverosa dal momento che gli occhi di istituzioni ed enti sono puntati sul settore e su come gestirà anche la questione del copyright e della necessità di accordi di licenza. E gli States hanno già messo in chiaro la propria posizione: il Copyright Office, ente governativo che sovrintende alla registrazione del diritto d’autore, continua a respingere le richieste di deposito di opere generate dall’intelligenza artificiale- la prima del 2022 da parte di Steven Thaler, e da parte dell’autrice Kris Kashtanova per le immagini create con il servizio Midjourney lo scorso febbraio. Ma nonostante il “no” categorico dell’ente, le società continuano a stringere partnership strategiche come quella tra Amazon Music ed Endel per la creazione della playlist "Sleep Science", manager importanti come Guy Oseary, che lo scorso ottobre ha terminato una decennale collaborazione con gli U2, e soci hanno annunciato investimenti per un totale di 200 milioni di dollari sull’intelligenza artificiale.