Si è tenuto a Los Angeles quando in Italia era ormai (quasi) la sera di ieri, mercoledì 8 marzo, Stream On, l’evento con il quale Spotify annuncia le novità che caratterizzeranno l’attività della piattaforma nel corso della prossima stagione. Si è trattato di un lungo "keynote" ricco di annunci, novità e ospiti: un affollamento comprensibile, visto che l'evento precedente si era svolto due anni fa, nel 2021. Schierati sul palco - e davanti alla telecamere, con messaggi video - non c’erano solo lo stato maggiore del DSP, capitanato dal fondatore e ceo del servizio Daniel Ek e dal leader di marketing e divisione tecnologica Gustav Söderström, ma anche una pattuglia di star musicali (Ed Sheeran, Jennifer Lopez) e podcaster (Alex Cooper, Bill Simmons, e Emma Chamberlain). Spotfiy ha parlato al pubblico, annunciando novità nel modello di consumo di contenuti - una discussa interfaccia che rimanda allo scrolling infinito di TikTok e Instagram, un DJ con l'AI - e ai creator, con nuovi strumenti per "rendere più profonda la relazione con i fan", come ripetuto più volte. Ancora una volta, Spotify si presenta come piattaforma audio, non solo più legata alla musica: molto spazio ai podcast, con l'introduzione del videopodcasting. Le parole di Daniel EK “Diciamo a tutti i creator e artisti che ci siamo e li supportiamo in tutte le fasi della loro carriera”, ha premesso Ek: “Siamo concentrati sulla costruzione dello spazio ideale per loro, un luogo per crescere e prosperare e dove possono liberare tutta la loro creatività. Ed è quello che abbiamo fatto per quasi 17 anni: costruire, migliorare e reimmaginare questa casa per soddisfare al meglio le esigenze di tutti, con l'obiettivo di aiutarli a trovare nuovi percorsi verso il successo. Volgendo uno sguardo al futuro, siamo entusiasti di allargare le funzionalità della piattaforma ad un numero di creator ancora più alto. Stiamo creando sempre più spazio per maggiore creatività, scoperta di nuovi contenuti e personalizzazione tramite le migliori risorse, supporto e interattività". La nuova interfaccia Vi ricordate quando le applicazioni musicali si rifacevano all'idea della "libreria musicale"? Molte lo fanno e lo faranno ancora, ma Spotify ora guarda ai social media, nel modello di presentazione e consumo dei contenuti: tra le novità annunciate c’è una nuova interfaccia, studiata per “mettere in contatto artisti con nuovi pubblici” e basata su “un design completamente nuovo e interattivo” creato per “favorire connessioni più profonde e durature” tra creator e audience, come è stata raccontata. Nei fatti, la home page assomiglia allo scrolling di TikTok e dei reel di Instagram, con una serie di card e video da scorrere verso il basso: i responsabili della piattaforma spiegano che non è pensata per far passare più tempo nell'app, ma per scoprire meglio i contenuti, ma l'impressione per ora è che sia un modo di dare ancora più spazio all'algoritmo. Nella nuova versione della app, utilizzata secondo i dati più aggiornati forniti dai gestori da 500 milioni di utenti attivi al mese e da 200 milioni di abbonati a pagamento, troveranno spazio una funzione Smart Shuffle, che permetterà di inserire nuova musica in una playlist già esistente, le anteprime audio / video dei subfeed Musica e Podcast & Show, il servizio di auto-play per i podcast. Sarà presente anche un DJ creato dall'intelligenza artificiale che sceglie e presenta le canzoni. "Le raccomandazioni e i suggerimenti di Spotify guidano quasi la metà degli stream di tutti gli utenti”, ha aggiunto Söderström: “E quando gli ascoltatori decidono di seguire un artista, in media ascoltano cinque volte di più la sua musica. Ecco perché scoprire nuovi contenuti su Spotify, a differenza di molte altre piattaforme, significa offrire ai creatori molto di più di un fugace momento di fama virale. Le connessioni significative e a lungo termine sono una parte fondamentale di ciò che rende Spotify una piattaforma per artisti professionisti e aspiranti tali". Il rapporto con la discografia e gli artisti Sul versante corporate le novità più interessanti sono state fornite nell’aggiornamento di Loud & Clear, il report sul pagamento delle royalties ai titolari dei diritti. I dati a disposizione di Spotify dicono che “sempre più artisti stanno raggiungendo il successo, come mai prima d'ora”. “Infatti” - prosegue il report - “il numero di artisti che generano oltre 1 milione di dollari, così come quelli che generano oltre 10.000 dollari, è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni. La piattaforma stima che il 50.000° artista che ha guadagnato di più su Spotify ha registrato più di 50.000 dollari attraverso tutte le fonti di guadagno”. Il servizio ha posto l’accento sul proprio ruolo di main contributor del settore nella musica registrata, in grado di restituire “all'industria la stragrande maggioranza di ogni dollaro ricavato dalla musica - quasi il 70% - mentre i pagamenti della piattaforma ai detentori dei diritti musicali si avvicinino ai 40 miliardi di dollari”. Grande soddisfazione è stata espressa anche per i nuovi servizi legati alla vendita del merchandise e alla segnalazione degli spettacoli dal vivo: a breve termine, inoltre, sarà ampliato il programma di notifiche mirate Fans First e saranno introdotte nuove funzionalità “che consentiranno a un maggior numero di artisti di esprimersi in modi nuovi e di approfondire il proprio rapporto con i fan”, come le Spotify Clips (che permette di aggiungere degli short video ai profili e ai feed delle opere) e le Countdown Pages, “spazi dedicati a disposizione degli artisti dove i fan potranno salvare in anteprima album, vedere video esclusivi, preordinare il merch, ascoltare in anteprima le tracklist e monitorare i countdown per le nuove uscite” inaugurato da Jennifer Lopez, che proprio attraverso una Countdown Page ha annunciato un nuovo album. Gli investimenti sul podcast Last but not least, i podcast, sui quali Spotify ha effettuato massicci investimenti nel corso degli ultimi anni. Nella nuova versione di Spotify for Podcasters saranno inclusi tutti gli strumenti dedicati ai creator attivi nel settore e utili per “creare, gestire, far crescere e monetizzare i contenuti dei podcast, ampliando la propria offerta di advertising nei podcast per brand e inserzionisti in Italia”: tra le altre novità annunciate, ci sono un nuovo feed per la ricerca e una partnership con Patreon, “che consentirà ai creator di ricevere pagamenti diretti dai propri fan e, viceversa, darà la possibilità a questi ultimi di ascoltare i contenuti di Patreon su Spotify”. “Oggi ci sono più di dieci milioni di creator su Spotify con oltre mezzo miliardo di ascoltatori in 184 Paesi e mercati”, ha concluso Daniel Ek: “Pensate all'enorme potenziale che tutto ciò rappresenta per i creator. Non importa dove vi troviate nel vostro percorso creativo, che sia nell’industria musicale, nei podcast o con gli audiolibri. Qui c’è il potenziale per raggiungere mezzo miliardo di persone. E questa connessione sta per diventare ancora più potente grazie a ciò che abbiamo introdotto oggi”. Il posizionamento di Spotify nel panorama digital attuale Il fatto che Ek e i suoi "rincorrano" il formato dello short video, dello scrolling infinito e - più in generale - le dinamiche di interazione proprie delle piattaforme di social network non deve stupire, essendo proprio l'engagement del pubblico il tallone d'Achille dei DSP tradizionali. Tuttavia Spotify, dalla sua, può vantare ottimi rapporti con il comparto della musica registrata, cosa che - allo stato attuale delle cose - non può fare TikTok, che al contrario pare intenzionata a trattare con l'industria discografica se non da una posizione di forza per lo meno alla pari - nonostante, sul proprio capo, veda ancora pendere la spada di Damocle di un possibile bando dagli USA, che, se effettivamente attuato, provocherebbe al servizio sviluppato da Bytedance un'emorragia da 100 milioni di utenti. I (quasi) "40 miliardi di dollari" corrisposti ai titolari dei diritti da Spotify in 17 anni di attività suonano piuttosto come una risposta ai “12 miliardi di dollari pagati all’industria musicale” da YouTube che il numero uno dei rapporti con le etichette della controllata di Google Lyor Cohen aveva portato a prova della bontà del “twin engine” - sottoscrizioni a pagamento sommati ad account freemium supportati dalla pubblicità - disposto dalla piattaforma californiana. Più che le quote di mercato, al momento, pare che in palio ci sia il ruolo di interlocutore più affidabile (e generoso) dell’ecosistema discografico ed editoriale.