Lo scorso gennaio, la British Phonographic Industry (BPI) ha reso noti i dati sul consumo di musica registrata nel Regno Unito nel 2022 riportando un incremento del 4,3%, ma non basta perché il settore rischiai il collasso a causa dell’attuale situazione socioeconomica. La BPI ha infatti sottolineato che questo risultato, adeguato all’inflazione, ha generato in realtà "centinaia di milioni" di sterline in meno rispetto al 2006, anno in cui i ricavi delle sincronizzazioni e delle esecuzioni pubbliche sono stati inclusi nei calcoli. Stesso discorso anche per lo streaming, cresciuto del 6,3%, raggiungendo gli 885 milioni di sterline, sia ancora "meno di un decimo del valore degli abbonamenti" Quindi, più che di crescita si potrebbe parlare di recessione: l’incremento del 4,3% dei ricavi complessivi è in netto calo rispetto al 12,8% del 2021, mentre la crescita del 6,3% dei ricavi da streaming è in calo rispetto al 13,7%. Per quanto riguarda le vendite fisiche nel Regno Unito, l'anno scorso sono diminuite del 10,5%, raggiungendo i 215,7 milioni di sterline. All'interno di questo dato, il vinile ha continuato la sua rinascita, con un aumento del 3,1% a 119,5 milioni di sterline. Con le vendite di CD in calo del 23,7% a 89,5 milioni di sterline, le vendite di vinili sono aumentate per la prima volta dal 1987. Commentando i dati, Sophie Jones, chief strategy officer e CEO ad interim della BPI, ha dichiarato: "Dobbiamo guardarci dal cedere ad un atteggiamento di compiacimento di fronte alle crescenti sfide e continuare a promuovere e proteggere il valore della musica. Invito il settore ad unirsi e a creare lo slancio per un'ulteriore crescita". L’associazione britannica dell'industria musicale UK Music ha scritto al cancelliere Jeremy Hunt MP, delineando otto misure che vorrebbe vedere adottate per sostenere il segmento: interventi sulle bollette energetiche elevate (di cui soffrono in particolare i locali musicali, gli studi di registrazione e così via), la riduzione delle aliquote fiscali per i locali e gli studi di registrazione, la riduzione dell'IVA sugli eventi dal vivo e la concessione di agevolazioni fiscali per la produzione musicale analoghe a quelle offerte all'industria cinematografica, televisiva, dell'animazione e dello sport. Inoltre, la UK Music ha chiesto l'istituzione di un ufficio per lo sviluppo delle attività musicali; l'estensione degli sgravi fiscali per le orchestre; un "premio per gli studenti in ambito artistico" per garantire ai giovani provenienti da contesti non privilegiati l'accesso alla musica e all'educazione artistica; e un "pacchetto di sostegno provvisorio" per aiutare l'industria musicale a far fronte alle sfide post-Brexit.