Il rapporto tra filiera creativa e piattaforma si fa di giorno in giorno più complesso e stratificato. In questi giorni Fortnite, la piattaforma di gaming online sviluppata da Epic Games, ha annunciato un programma che prevede la condivisione delle entrate con gli artisti che condivideranno esperienze personalizzate nel proprio metaverso. Lanciando Unreal Editor i responsabili del servizio si sono detti pronti a cedere il 40% dei ricavi netti generati dall’Item Shop di Fortnite agli artisti titolari di una propria Island, spazio virtuale in passato già sfruttato da - tra gli altri - Kid Laroi e Weezer, oltre che da etichette come Universal Music: la quota di remunerazione, accordata a tutti i creator di età pari o maggiore di 18 anni, sarà calcolata in base al coinvolgimento dei giocatori presenti nelle varie Island, su parametri che prevedono gli acquisti in-app e la transazioni effettuate sulla piattaforma, oltre che alla popolarità e al grado di fidelizzazione dei giocatori stessi. I pagamenti, ha fatto sapere Fortnite, saranno effettuati su base mensile a partire da aprile. Questa ultima mossa segna un ulteriore avvicinamento da parte della società di Rockville al settore creativo, e in particolare dell’industria musicale, dopo l’acquisizione - avvenuta nel marzo dello scorso anno - di Bandcamp, piattaforma creator - friendly estremamente apprezzata in ambito indie e unsigned. Ma c’è dell’altro. Con il varo del programma legato a Unreal Editor Fortnite dimostra di credere fermamente nel modello UCPS, quello - cioè - che punta a retribuire i creator per meriti, se così si può dire, acquisiti “sul campo” e non per quote di mercato - modello, quest’ultimo, identificato come pro-rata e utilizzato da DSP convenzionali come Spotify. Pur non parlando di “punto di svolta”, è piuttosto chiaro come il baricentro della creator economy si stia spostando sempre più verso i fan e gli artisti, a prescindere dai differenti ambiti dell’ecosistema musicale: Universal Music Group e Deezer hanno annunciato a metà di questo marzo il lancio di una partnership strategica con l’obiettivo - le parole sono dello stesso Lucian Grainge, numero uno a livello globale di UMG - di “correggere lo squilibrio (del pagamento dai dsp): abbiamo bisogno di un modello aggiornato che sarà vincente sia per gli artisti, sia per i fan, sia per le etichette”.