Come già evidenziato nel Global Music Report dell’International Federation of the Phonographic Industry (IFPI), associazione internazionale di rappresentanza dell’industria discografica, i ricavi dalla musica registrata della Cina hanno superato quelli della Francia, diventando il quinto mercato mondiale. Gli introiti del Paese dell'Asia Orientale sono cresciuti del 28,4% nel 2022, con lo streaming che ha rappresentato oltre l'89%. Commentando i risultati del report, Frances Moore, capo dell'IFPI, ha dichiarato: "È davvero qualcosa di straordinario. È la prima volta, da quando esistono i dischi, che vediamo un cambiamento nella top five". Sherry Tan, direttore generale di Warner Music Cina, ha spiegato: "In Cina ci sono circa 700 milioni di utenti che sono abbonati ai servizi di streaming. Questo indica che le persone sono disposte a pagare per i contenuti a cui sono interessate e gli amanti della musica nel Paese sono sempre più disposti a versare una cifra ragionevole per i servizi in abbonamento. La Cina ha 1,4 miliardi di abitanti e con una percentuale di abbonamento relativamente basso rispetto ad altri mercati maturi. Per questo motivo, ritengo che il mercato musicale cinese abbia un enorme potenziale”. Yutong Situ, senior manager del settore creativo internazionale di Kanjian Music, ha previsto che il numero di abbonati alla musica in Cina supererà i 313 milioni. Una cifra molto specifica, ma che Situ ha spiegato essere basata "sull'attuale tasso di diffusione dei servizi di streaming musicale a pagamento negli Stati Uniti (22,4%), tenendo conto delle crescenti capacità di consumo degli ascoltatori cinesi, della tendenza a limitare l'accesso a tutto il catalogo da parte degli utenti free-tier e anche del crescente grado di accettazione del pagamento per i prodotti di intrattenimento online".