Ho smesso di vivere la musica per generi, iniziando a viverla per quello che mi trasmette E' Jack Out il nuovo artista del mese di Indie Come Me, carrellata sui talenti emergenti del panorama italiano curata da Tunecore. All'anagrafe Giacomo Zunino, classe ’95, Jack Out Inizia a muoversi nel panorama hip-hop ligure a 16 anni, partecipando a diverse jam e pubblicando i suoi primi lavori. Nel 2017, dopo essere entrato in contatto con StudioOstile, realtà di spicco sulla scena rap genovese che all'epoca stava guadagnando visibilità a livello nazionale, pubblica il suo primo disco, “Giovane G”, anticipato dal singolo “Uela Uela” con Young Slash. Segue il trasferimento a Torino, dove l'artista conosce G Pillola e Travis, con i quali nel 2018 fonda la crew Bilogang, con la quale - dopo aver firmato un contratto discografico con Urbana Label - pubblica una serie di singoli distribuiti da Sony. Terminata l'esperienza con Bilogang, Jack Out rimane come solista del roster dell'etichetta, per la quale pubblica il disco “Ragazzi Fuori”, che - oltre a contenere collaborazioni sia con nomi prettamente trap come Nashley e Theø, sia con artisti di nicchia come Gioacchino Turù e Roggy Luciano - supera il milione di stream sulle principali piattaforme. Successivamente Jack Out consolida il suo posizionamento nel genere emo-trap e pop punk, pubblicando diversi singoli insieme a Theø, Fiks e Plant: nasce, in questo periodo, il movimento “sad”, che porterà l'artista - nel luglio 2020 - a pubblicare l’album “Sempre più soli”. L'anno successivo Zunino stringe un sodalizio artistico con K Beezy, che porterà alla pubblicazione dell'album congiunto "La cura": uscito il 3 dicembre 2021 per Metatron, il lavoro già superato i 2 milioni di stream. Nell'estate 2022, terminata definitivamente l'emergenza sanitaria da Covid-19, Jack Out parte per il suo primo tour da solista, che si conclude con la pubblicazione di tre nuovi singoli. A inizio 2023 Zunino annuncia una collaborazione con doxx per il progetto “Sempre più sad”, in attesa della pubblicazione di un nuovo album solista, arrivato a quasi 3 anni dall'uscita del suo ultimo progetto. Intervallo che lo stesso artista, nell'intervista che potete leggere qui sotto, ha indicato molto importante per la propria crescita professionale... Stai pubblicando un nuovo album da solista, il primo in tre anni: quanto ti senti lontano - o vicino - al Jack Out del 2020? Quanto ti hanno aiutato i recenti progetti con altri artisti, come “La cura” con K Breezy, a crescere come artista? Non mi sono nemmeno reso conto di quanto tempo sia passato, forse complice il Covid, ma sono decisamente in un bel periodo. La mia vita è un continuo imparare, soprattutto lavorando a stretto contatto con un altro artista che stima: musicalmente parlando, questa esperienza mi ha fatto crescere molto, e dato tanta consapevolezza di cosa potessi fare. Come diversi altri artisti, dopo una prima fase di carriera più indirizzata verso atmosfere urban e rap-trap ti sei riposizionato in chiave pop-punk: cosa ti ha spinto a compiere questa evoluzione? Ho smesso di vivere la musica per generi, iniziando a viverla per quello che mi trasmette. Faccio musica 'sad' da quasi 4 anni, ormai: questo è il focus, per me. Il tappeto musicale è andato evolvendosi ed era inevitabile, lavorando solo con produttori che arrivano dalla scena metal, scoprirsi e venirsi incontro uscendo dalle rispettive zone di confort. Quando hai scritto le canzoni incluse nel nuovo disco? E’ stato difficile, per te, coordinare temporalmente il lavoro di scrittura, le session in studio, la post-produzione e la pubblicazione? La maggior parte le ho scritte negli ultimi 6-7 mesi: alcune le avevo abbozzate io e le ho rielaborate con Moka. Altre le abbiamo proprio composte insieme, sul suo divano, con la chitarra e un joint: praticamente alla vecchia maniera. Amo mettermi alla prova, quindi gestire da solo praticamente tutto mi stimola di più nell’essere unico e vero artefice del mio futuro. Tuttavia se non mi fossi circondato dei giusti collaboratori, da Malasorte a Moka passando per vecchi amici come Travis, non avrei retto la mole di lavoro e sopratutto sarei stato solo a godere di eventuali successi.. Dopo il tour della scorsa estate, il 30 aprile partirà da Genova il X Salvarsi Tour, che al momento prevede sei date tra Vicenza, Pisa, Torino, Milano e Bergamo, che hai descritto sinteticamente come “metà live show con band, metà dj set alternative”: puoi darci qualche particolare in più? Sì, il tour partierà da Genova: per me è sicuramente una città speciale, che mi ha dato tanto. Rispetto all’anno scorso, quest’anno con me sul palco ci sarà una band al completo, e in scaletta non mancheranno vecchie hit riarrangiate in chiave attuale. E una volta finito il concerto, durante il quale suoneremo tutto il disco più qualche chicca, per chi avrà ancora energie ci sarà, in tutte le date, un dj set a cura di Loob e Dead. Cosa significa, per te, essere un artista indipendente? Nel corso della tua carriera ti sei mai sentito limitato creativamente da fattori esterni? Se sì, come ne sei uscito? Significa prima di tutto prendermela solo con me stesso, per un fallimento, e da quello imparare a ripartire. E' successo che mi sia sentito troppo spesso limitato, o ancora peggio poco considerato, e piuttosto che essere un pesce piccolo in un grande acquario ho provato a costruirne uno mio: ne sono uscito rinato, ripartendo - però - dalle ceneri. Sicuramente avere anche i ragazzi di Tunecore che credono nel progetto aiuta in tutta la parte più tecnica: ora stiamo organizzando insieme un bel party per lanciare il disco a Milano. Quindi che dire? Siamo gasati... Sei attivo artisticamente da meno di dieci anni ma hai già alle spalle diverse esperienze, molto differenti tra loro: come hai visto evolvere il tuo lavoro da artista in questi anni? C’è stato, per come la vedi tu, un punto di svolta nella tua carriera? Il punto di svolta arriverà: nel percorso che sto seguendo la fretta è la peggior nemica. Ho visto cambiare sotto di me la scena prima rap e poi musicale, sono figlio dei cambiamenti e pronto a farmi modellare dai venti: rimanere sempre uguali è nocivo alla crescita come umani, prima di tutto. Qual è, secondo te, la sfida principale nel presentare al pubblico una proposta artistica come la tua, oggi? Il grosso contrasto tra una musica così seria e un personaggio così fraintendibile a volte può essere un gap. Ma me la vivo bene, dai... Al di là degli artisti a te più vicino come Theø, Fiks e Plant, senti una connessione con le altre voci della tua generazione? Qual è la cosa che ti piace di più - e quella che ti piace di meno - nel fare musica in questi anni? Partendo dal presupposto che con la sad c’è un rapporto di fratellanza che precede quello artistico - ho la sensazione che siano parte di me, e il sentimento è reciproco - la cosa che mi piace meno è la mancanza di necessità. Mi spiego meglio: sento tante voci di artisti davvero molto valide da punto di vista tecnico, ma che non hanno la necessità di fare musica per sfogare qualcosa di interiore. Lo percepisco, e non lo sopporto. La cosa che mi piace di più, invece, è come la musica mi abbia dato la possibilità di conoscere il mondo e le persone. La vivo come un continuo InterRail tra le emozioni della gente...