Tra gli scorsi mesi di gennaio e marzo Spotify ha visto crescere il numero dei propri abbonamenti Premium a 210 milioni, 5 milioni in più di quanto registrato a dicembre 2022: il dato è sensibilmente superiore a quello atteso dagli analisti della piattaforma, che si attendevano - nel primo trimestre di quest’anno - una crescita nel numero delle sottoscrizioni a pagamento di circa due milioni di unità. Il risultato, secondo i gestori del servizio, è il risultato di una “sovraperformance in tutte le regioni mondiali”, soprattutto in Europa e America Latina. In caso di consolidamento della tendenza, alla fine del primo semestre 2023 Spotify dovrebbe guadagnare altri 7 milioni di utenti a pagamento. Complessivamente gli utenti attivi mensilmente del servizio svedese quotato a Wall Street a fine marzo 2023 si sono rivelati essere 515 milioni, con una crescita del 22% su base annua: secondo il DSP l’incremento è il più alto mai registrato nella storia dell’azienda, causata dalle “buone prestazione sia sui mercati principali che su quelli emergenti, in tutte le fasce di età”. Riguardo i ricavi, le entrate generate dagli abbonamenti a pagamento sono saliti del 13% su base annua a quota 2,7 miliardi di euro. Stesso tasso di crescita è stato registrato per le entrate generate dalla pubblicità, salite a quota 329 milioni di euro: complessivamente, nelle casse di Spotify sono entrati nel primo trimestre di quest’anno 3,04 miliardi di euro, per una perdita operativa pari a 156 milioni di euro. Commentando i dati i vertici della società hanno parlando di un “quadro incoraggiante, fornito da un inizio 2023 in forte crescita”.