Il tribunale di New York ha condannato il servizio di short video Triller a versare a Sony Music 4,57 milioni di dollari per aver violato gli accordi di licenza siglati con la major: prima di trovare un accordo con la label guidata da Rob Stringer la piattaforma non aveva corrisposto all’etichetta i pagamenti dovuti per l’utilizzo del catalogo tra i mesi di marzo e agosto dello scorso anno. Il team legale di SME ha preferito giocare d’anticipo per - riferisce l’istanza depositata presso il tribunale della Grande Mela - “proteggersi da qualsiasi ulteriore dissipazione dei beni di Triller o, peggio ancora, da una dichiarazione di fallimento. Triller è in ritardo di oltre un anno su alcuni pagamenti previsti dagli accordi di licenza e Sony Music non dovrebbe aspettare più a lungo per eseguire una sentenza da riscuotere”. La piattaforma, pur avendo mancato l’obiettivo della quotazione, si è assicurata a fine 2022 in finanziamento da 310 milioni di dollari dal gruppo di investimento lussemburghese Global Emerging Markets. Triller, tuttavia, è coinvolta in un’altra vertenza legale - del tutto analoga a quella con Sony Music - con Universal Music: “Il fatto che Triller non abbia effettuato i pagamenti è ancora più spiacevole”, aveva commentato UMG, “perché nello stesso periodo in cui la società non rispettava i suoi obblighi di pagamento e di rendicontazione, è stato riferito che spendeva ingenti somme di denaro per l'acquisizione di società, tra cui Julius e Fangage, e per l'organizzazione di eventi sontuosi per i membri dell'industria dei media e dell'intrattenimento". Di qui, evidentemente, la “fretta” di SME nell’avviare il procedimento legale per il recupero dei crediti.