Eurovision Song Contest come un Sanremo all'ennesima potenza: è così che la RAI ha presentato oggi l’edizione 2023, ricordando i successi di quella italiana 2022 a Torino. E in effetti, l’origine della manifestazione negli anni '50 sta proprio nel voler portare il modello del Festival a livello internazionale: oggi è lo spettacolo musicale più visto al mondo. Dove si vede, chi lo presenta per l'Italia ESC 2023 si svolgerà a Liverpool, da martedì 9 maggio: verrà trasmesso sull’emittente nazionale con la conduzione di Gabriele Corsi e Mara Maionchi. Le due semifinali dell’Eurovision Song Contest 2023 saranno in onda martedì 9 e giovedì 11 maggio alle ore 21 su Rai 2 (precedute da due anteprime alle 20.15). La finale di sabato 13 maggio, invece, andrà in onda alle 20.40 su Rai 1. Infine copertura radio su RAI 2 con Diletta Parlangeli, Saverio Raimondo e LaMario. La “spokesperson” che annuncerà i voti della giuria italiana sarà Kaze, cantante (in gara a Sanremo Giovani) e attrice (vista in “Call my agent”), mentre i nomi dei 5 componenti della giuria stessa saranno rivelati a manifestazione conclusa, per evitare influenze, come al solito. Oltre a Marco Mengoni, in gara con “Due vite”, in finale ci sarà Mahmood, coinvolto in un medley dedicato alle canzoni di artisti di Liverpool, canterà “Imagine” di John Lennon. Il racconto della RAI In RAI spiegano che è un impegno diverso, rispetto al 2022, anno in cui la Rai era host broadcaster a Torino. L'edizione passata viene però rivendicata come un grandissimo successo dal presidente Marinella Soldi, a cui si deve anche la definizione di Eurovision come “Un Sanremo al triplo”. Stefano Coletta, Direttore Intrattenimento Prime Time, a sua volta rivendica la scelta di mandare le semifinali su Rai 2 - prima dell’edizione italiana, andavano su Rai4: “L’edizione di svolta è stata quella straordinaria italiana, una macchina gigantesca da cui abbiamo imparato moltissimo. Eurovision è il massimo della libertà espressiva. Da noi si legge l’intrattenimento con chiavi anche lontane, mentre ad Eurovision si vedono espressioni artistiche che da noi sarebbero interpretate con moralismo o altro. All’Italia fa bene stare dentro a Eurovision”. Insomma, si sottolinea come Torino 2022 abbia cambiato la percezione dell’Italia della RAI, come sottolinea Simona Martorelli, direttrice relazioni internazionali. Claudio Fasulo, Direttore Intrattenimento Prime Time e responsabile di produzione per la RAI (e già capostruttura a Sanremo) ricorda come è stato sdoganato e reso pop un evento che per il pubblico italiano era un oggetto alieno, quando l’Italia tornò a partecipare nel 2011: “Dopo il lavoro con Flavio Insinna, Federico Russo e Serena Rossi negli anni passati, la coppia di quest’anno è perfetta: ho inseguito personalmente Mara Maionchi per convincerla”. Corsi è invece confermato dall’anno scorso (Cristiano Malgioglio, nel frattempo è invece passato ad “Amici”). Mara Maionchi e Gabriele Corsi: Let It Be “Ora sono terrorizzata, mi sembra di essere un bambino che entra in un salotto buono, farò il possibile per comportarmi bene”, racconta la Maionchi. “Io, più che un veterano, sono un resident”, dice Corsi, alla terza edizione. “Vediamo cosa succede, Let It Be questo è il mantra. Non sarebbe male riportarlo in Italia”, conclude. Insomma: sensazioni positive dopo le prime prove di Marco Mengoni avvenute ieri, su cui non si può dire ancora molto. Dovesse accadere che Eurovision torni in Italia ("un domandone fantascientifico, oggi", lo definisce Fasulo) la località verrebbe scelta dalla RAI con una percorso simile a quella del 2022, con numerosi sopralluoghi per verificare infrastrutture, logistica, accoglienza.