Più di tre anni fa, in piena emergenza coronavirus, dalle pagine di Rockol lanciavo una proposta apparentemente "impossibile" che invece poi, meravigliosamente, si concretizzò - grazie alla buona volontà di molti - in una canzone che ha lasciato una piccola traccia nella storia della musica italiana. So che non si dovrebbe mai tornare sul luogo del delitto, ma insomma io ci provo lo stesso. In questi giorni ho pensato che, così come "Ma il cielo è sempre più blu" simboleggiava la speranza che tornasse il sereno, la canzone che meglio di ogni altra potrebbe raccogliere la partecipazione della musica italiana alla ricostruzione post-alluvione è "Romagna mia", la canzone scritta da Secondo Casadei nel 1954 e poi resa celebre dall'orchestra dell'autore e da quella del nipote di Secondo, Raoul Casadei. "Romagna mia", pur con un testo nostalgico e un po' malinconico, è un valzerone trascinante, e una versione "corale" potrebbe essere l'inno della rinascita dei territori devastati dall'acqua nelle scorse settimane. E se si fanno le cose in fretta potrebbe essere anche la sigla finale del concertone "Italia Loves Romagna" del prossimo 24 giugno. Tre anni fa, dopo aver letto l'articolo linkato nelle prime righe, Takagi, Ketra e Dardust - che vi erano citati - accolsero la proposta con grande entusiasmo e portarono a casa un risultato straordinario. Del progetto "Romagna mia" ho parlato nel weekend con la persona che secondo me è la più naturalmente indicata per curare la realizzazione del brano - Mirco Mariani degli Extraliscio - e con Elisabetta Sgarbi e Franz Cattini, che con Mirco lavorano. Tutti e tre sono pronti a partire - noi siamo pronti a partire L'obbiettivo condiviso, per riprendere le parole di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura, è "raccogliere più fondi possibili e lanciare un invito a trascorrere le vacanze dell’estate 2023 in Romagna, per portare vita e aiutare quello splendido territorio a risollevarsi”. Aspettiamo le vostre voci.