Deezer, piattaforma digitale francese sotto la guida di Jeronimo Folgueira, ha annunciato di rilevare i contenuti generati dall'AI sul suo servizio e di "sviluppare un sistema per etichettare la musica creata dall'intelligenza artificiale generativa, a partire dalle canzoni che utilizzano voci sintetiche di artisti esistenti". L'azienda- che risponde positivamente alla richesta della Commissione Europea - ha dichiarato che inizialmente il suo obiettivo è quello di garantire che gli artisti, le etichette e gli ascoltatori sappiano "cosa è 'reale' o generato dall'AI sulla piattaforma", oltre a ridurre le frodi. Tuttavia, Deezer ha aggiunto che il suo obiettivo a lungo termine è quello di "sviluppare un modello di remunerazione che distingua tra i diversi tipi di creazione musicale"; scopo che va ad ampliare il sistema di remunerazione adottata seguito della partership con la major Universal Music Group. I dettagli su come Deezer intende identificare in modo affidabile la musica generata dall'intelligenza artificiale non sono stati specificati, al di là di un riferimento alla sua tecnologia di identificazione dei contenuti Radar. Alcuni artisti - Holly Herndon, Grimes - stanno già clonando la propria voce per farne musica per altri artisti, con il supporto di accordi di licenza adeguati e man mano che un numero maggiore di artisti lo farà, Deezer e i suoi DSP dovranno distinguere tra cloni vocali con licenza e cloni vocali senza licenza, il che sicuramente non riguarda tanto la tecnologia di identificazione, quanto piuttosto la risposta alle richieste di rimozione da parte di artisti e titolari di diritto. A questo punto, un altro aspetto da tener conto è quando un brano possa essere considerato "reale" (e quindi riceva il livello più alto di royalty); l'attuale modello di streaming dominante valuta la musica esclusivamente in termini di consumo: più streaming ottiene, più ha valore e più guadagna.