Conviene o non conviene? È una delle domande che l’industria musicale si sta ponendo in merito ai pagamenti “user- centric” (“incentrati sull’utente”, trad ita) - o "fan-powered" per SoundCloud - cioè quel metodo di retribuzione in cui le royalties generate da ogni singola quota di abbonamento vengono pagate solo agli artisti che gli utenti hanno ascoltato. A questa domanda potrebbero rispondere i dati del "Payment Option Transparency", indagine commissionata dall’organizzazione tedesca che rappresenta i musicisti freelance Pro Musik. Axel Müller, presidente di Pro Musik, ha spiegato: "Dobbiamo discutere del modello di pagamento e trovare un modo per allineare la ripartizione dei ricavi al valore creato dagli artisti. Il conteggio degli stream è un modo unidimensionale di misurare i risultati di un artista e tutti noi dobbiamo trovare un approccio più completo per rappresentare il successo artistico nello streaming musicale. Il nostro studio è il primo contributo a questa conversazione essenziale". Dal report - condotto in modo del tutto imparziale e al solo sopo informativo, né pro né contro ai pagamenti “user- centric”, come ha tenuto a specificare l’ente – emerge che nei 18 Paesi presi in esame, gli autori stimano che ben il 32,6% delle royalties totali derivanti dagli abbonamenti musicali potrebbe essere ridistribuito con un sistema incentrato sull'utente. Il 29,3% degli artisti, inoltre, vedrebbe aumentare le proprie royalties del 40% o più con un simile cambiamento rispetto all'attuale modello "pro rata", mentre il 19% raddoppierebbe i propri guadagni in streaming. Non mancano aspetti cruciali: il 38,8% dei profili di artisti vedrebbe le proprie royalties diminuire di oltre il 40% in caso di passaggio al modello “user-centric”. Il rapporto esplora anche alcuni dei fattori che determinerebbero il gruppo (o, ovviamente, il 31,9% che si trova nel mezzo) a cui apparterrebbero gli artisti, speigando: “Il profilo di un artista verrebbe incentivato per raggiungere un numero relativamente alto di utenti, per quando quelli già presenti dedicano gran parte dei loro ascolti ai contenuti del profilo e per fare appello a un pubblico che è disposto a contribuire con la maggior parte del denaro al sistema”. Oltre a Pro musik, anche il Centre National de la Musique (CNM) e l’Università di Amburgo e della Kuehne Logistic University hanno condotto una simile analisi. Dall’esame del CNM relativo al 2021 è emerso che la manipolazione dell'ascolto online è una realtà, almeno tra 1 e 3 miliardi di stream sono falsi - ovvero tra l'1 e il 3% del volume totale di ascolto - la quota di stream rilevati proviene dall'hip-hop/rap. Alcuni dei big player dell'idustria musicale stanno già aderendo ai pagamenti "user centric" come, per esempio, oltre al già citato SoundCloud, Warner Music Group e Merlin; diversamente, invece, UMG- che ha annunciato di aver finalizzato degli accordi con Deezer e Tidal - è orientata verso un modello ancora diverso, nominato dal CEO Lucian Grainge “artist-centric”.