La rincorsa di Microsoft all’intelligenza artificiale musicale è iniziata in tempi del tutto non sospetti, cioè alla fine dello scorso decennio, quando la divisione asiatica della big tech californiana varò il programma Deep and Reinforcement Learning Group, laboratorio di ricerca con sedi a Pechino e Shanghai focalizzato su soluzioni all’avanguardia da applicare all’informatica di consumo. Tra i tanti fronti sui quali si sono concentrati i ricercatori, uno - battezzato senza troppa fantasia Muzic - riguarda proprio la musica, affrontata appunto in chiave generativa con particolare attenzione al deep learning. Tra le soluzioni elaborate dallo staff di Microsoft in questo campo di ricerca uno, presentato di recente, riguarda la creazione di brani rap senza alcun contributo umano. Deeprapper, questo il nome del generatore, è stato sviluppato a partire dal 2021, e - come spiega la stessa multinazionale - mira e emulare in tutto e per tutto la creazione umana. “Le precedenti soluzioni generative dedicata al rap si concentravano sui testi in rima, ignorando tuttavia l’aspetto ritmico”, spiega lo staff Microsoft: “Con Deeprapper abbiamo un modello in grado di elaborare sia ritmi che rime”. Per permettere a Deeprapper di creare in autonomia è stato creato un sistema di mining “su larga scala” che analizza in profondità brani rap presenti sul Web: il particolare tipo di “addestramento” ha permesso alla soluzione AI di generare 5000 differenti sample, alcuni dei quali resi disponibili a questo indirizzo. Il punto dolente resta quello già individuato da tempo dai titolari dei diritti, editori e discografici su tutti: il materiale utilizzato da Deeprapper per addestrarsi è coperto da diritto d’autore. Pertanto, le opere generate dal modello di Microsoft potrebbero violare le attuali disposizioni in materia di copyright, specie in assenza di un quadro normativo ad hoc valido a livello internazionale. Il tema è di estrema attualità: non più tardi di due settimane fa Meta ha presentato MusicGen, soluzione di AI generativa addestrata con parte del catalogo concesso in licenza alla società che controlla le piattaforme social Facebook e Instagram potenziale concorrente di MusicLM, modello analogo elaborato da OpenAI, “madre” di ChatGPT. Al fine di regolare il settore dell’intelligenza artificiale l’UE sta lavorando all’AI Act, disegno di legge con il quale la Comunità Europea intende normare le soluzioni generative con, come obiettivi, “assicurare che i sistemi di intelligenza artificiale siano supervisionati da persone, siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori ed ecologici” e “garantire in Europa uno sviluppo dell’intelligenza artificiale incentrato sull’uomo ed etico, con nuove regole di trasparenza e gestione del rischio per sistemi di AI che siano sostenuti dal Parlamento”.