Domenica 9 luglio Amadeus, direttore artistico del Festival, ha comunicato nel corso del TG1 le novità del regolamento di Sanremo 2024 . Questa mattina, 11 luglio, alle 9 :08, abbiamo ricevuto un comunicato dell'AFI (Associazione Fonografici Italiani) in cui il Presidente dell'Associazione Sergio Cerruti criticava fortemente la modalità con cui è stato annunciato il regolamento, sostenendo fra l'altro che “La Rai, tra autoreferenzialità e presunzione, si è solo dimenticata il confronto con le associazioni di categoria…", "con la novità di quest’anno che ha visto il cinque volte direttore artistico svelare le decisioni del prossimo Festival in diretta nazionale, senza che le associazioni siano mai state interpellate”, "la RAI, tra autoreferenzialità e presunzione, si è 'solo' dimenticata il confronto con le associazioni di categoria". Abbiamo allora chiesto a FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e PMI (Produttori Musicali Indipendenti) se volessero confermare quanto scritto da Cerruti relativamente al mancato coinvolgimento delle associazioni discografiche, apprendendo, non senza sorpresa, che invece FIMI e PMI hanno partecipato nelle scorse settimane a un incontro in cui Amadeus ha presentato loro il regolamento. Ci siamo chiesti se AFI avesse disertato l'incontro o se non fosse stata invitata a prendervi parte, e l'abbiamo quindi chiesto a Sergio Cerruti, che ci ha spiegato che AFI non è stata invitata. Ecco la reazione di Cerruti: “Sono allibito. Ho sempre cercato di fare il mio lavoro da presidente di AFI con coscienza e responsabilità, ma loro [la RAI] sono così. Spero che se ne accorgano anche gli altri. Non sono nemmeno arrabbiato: sono disgustato. E Amadeus si è montato la testa. Se ci hanno escluso è perché gli abbiamo fatto causa: è ‘l’effetto Vessicchio’. La lezione è che la figura del presentatore non può più coincidere con quella del direttore artistico. In questo caso abbiamo un direttore artistico che si è preso la responsabilità di escludere, per la prima volta nella storia del Festival, la più antica tra le associazioni di rappresentanza dei discografici, AFI: che ha settantacinque anni, gli stessi della Costituzione e uno un più del Festival stesso”. Per Cerruti la ragione dell'esclusione dall'invito è la vertenza riguardante il presunto mancato pagamento di diritti musicali da parte del servizio pubblico. “E’ la vendetta di Viale Mazzini”, dice: “E il fatto che questa ritorsione sia avvenuta con il placet delle altre due associazioni di discografici mi fa pensare che l’intenzione dei colleghi sia quella di non entrare in contrapposizione con la RAI, per evitare di fare la nostra fine. Ma così facendo come pensano di tutelare gli artisti?”. “La posta in gioco era il regolamento, argomento che più di ogni altro richiede una visione super partes”, osserva il presidente di AFI: “La RAI non solo stila un regolamento senza nemmeno preoccuparsi di indicare chi lo deve far rispettare, ma su alcuni punti è rimasta estremamente vaga. Si prenda la giuria delle radio: da chi sarà composta? Chi selezionerà i membri?”. “Prima ancora dell’esito del processo che ci vede contrapposti alla RAI, siamo stati giudicati colpevoli e di conseguenza puniti”, conclude Cerruti: “Non solo la vicenda mi ha schifato, ma sono rimasto anche molto deluso dalla mancanza di interpretazione del proprio ruolo da parte delle altre associazioni. E’ un grande tradimento storico, che fa male innanzitutto agli artisti. Anche Amadeus mi ha deluso, sia professionalmente che umanamente, lasciando trasparire una grande fragilità nella gestione di un successo che lui stesso ha creato. Per certi versi, tuttavia, sono stato contento di non aver preso parte alle riunioni di un Festival illegittimo, perché assegnato alla RAI senza alcun bando pubblico. Faremo tutto ciò che è in nostro potere, dal punto di vista legale, perché questo cambi”.