Dopo aver esportato il proprio format in Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Paraguay e Colombia, il Primavera Sound potrebbe raggiungere anche l’Italia: secondo quanto riferito da Repubblica gli organizzatori del festival nato nel 2001 a Barcellona ed esportato pochi mesi fa a Madrid (per un'edizione che non sarà replicata) sarebbero in contatto sia con la municipalità del capoluogo piemontese che con la giunta regionale, con le quali sarebbero in corso trattative ormai giunte “alle battute finali” grazie all’operato di una “società piemontese specializzata nell’organizzazione di grandi eventi e concerti”. A ospitare quella che potrebbe essere la prima edizione tricolore del festival dovrebbe essere il Parco Dora, spazio presso il quale da ormai un decennio è di casa il Kappa Futur Festival, manifestazione dedicata alla musica elettronica organizzata dalla società di eventi con sede a Torino Movement Entertainment. Il rumor, al momento, non è stato commentato ufficialmente dalla società spagnola che controlla il marchio della manifestazione. Se l’indiscrezione dovesse venire confermata - sempre per Repubblica, un riscontro effettivo dovrebbe arrivare, se non a giorni, al massimo nel giro di qualche settimana, ma, almeno per il momento, niente di quanto riferito è da considerare ufficiale - lo sbarco del Primavera Sound nel nostro Paese rappresenterebbe una netta accelerazione rispetto a quanto dichiarato poco più di un mese fa da Joan Pons, capo della comunicazione del festival. “Amo l'Italia, sarebbe bello fosse il prossimo paese dove esportare il Primavera”, aveva dichiarato Pons a Rockol: “Ci penseremo su, anche se al momento non è nei nostri piani immediati”. All’epoca, tuttavia, i piani del festival per il 2024 erano parecchio diversi. “Crediamo in Madrid, vogliamo lavorarci”, avevano spiegato gli organizzatori nel corso della conferenza stampa conclusiva ad Arganda del Rey: “Questa città offre moltissimi spazi e opportunità, ci stiamo ancora pensando”. Lo spazio nella capitale spagnola, tuttavia, è venuto meno: solo una settimana la direttrice della manifestazione Almudena Heredero ha ufficialmente annunciato il colpo di spugna su un’eventuale seconda edizione madrilena per “difficoltà esterne”. “Anche se la valutazione del festival è stata più che soddisfacente dal punto di vista musicale, le aspettative che avevamo non sono state soddisfatte e l'esperienza dei partecipanti, a causa di alcuni aspetti logistici, non è stata quella desiderata”, ha spiegato Heredero, riferendosi alla difficoltà nei collegamenti tra l’area della manifestazione e la città: “All'interno della Ciudad del Rock, abbiamo vissuto un festival ricco di grandi momenti musicali, ma non siamo ignari dei disagi. E questo ci porta a comprendere che, ora, le condizioni non sono adatte per Madrid di avere un Primavera Sound come si merita nel 2024”. L'ipotesi che lo spazio lasciato libero da Madrid vanga in qualche modo "occupato" con una data in Italia può essere considerata plausibile? Al di là dell'ovvia cautela nelle dichiarazioni relative a un eventuale sbarco del festival nella Penisola - la prospettiva di una seconda edizione madrilena non poteva essere disturbata da nuovi progetti di espansione, per di più a corto raggio e quindi in grado di “rubare” sponsor e pubblico - l’arrivo del Primavera Sound in Italia, agli occhi degli appassionati, potrebbe rappresentare un passaggio naturale alla luce dei rapporti che da ormai due decenni intercorrono tra l'evento e i fan nostri connazionali: in occasione della passata edizione del festival nella sua location storica il pubblico italiano ha dimostrato di essere uno dei più affezionati alla manifestazione, rivelandosi il più numeroso in termini di acquisti di biglietti al botteghino (il 10% del totale) subito dopo quello spagnolo (che, da solo, rappresenta il 50% delle presenze in platea).