Per mezzo di un video postato sull'account ufficiale Instagram degli Articolo 31 J-Ax ha voluto fare chiarezza sulla notizia - pubblicata da Affaritaliani.it e successivamente ripresa da alcune testate nazionali - relativa alla situazione finanziaria di Mr. Nice, negozio di cannabis light del quale il rapper è socio insieme a a suo padre, Roberto Aleotti, al fratello Grido (all’anagrafe Luca Paolo Aleotti), il Dj e producer Takagi (Alessandro Merli) e Claudio Lui. “Io ho una minima quota del negozio Mr Nice, che non mi dà alcun potere sul controllo della società”, premette J-Ax: “Il mio core business nella cannabis light è il brand Maria Salvador, che va benissimo, ha ricevuto premi prestigiosi ed è presente in tutte le città d’Italia”. Parlando di Mr. Nice, prosegue Aleotti, “tra il 2021 e il 2022 il valore della produzione è aumentato, quindi la società è andata meglio. Ma, come per tutti, sono aumentati i costi dei servizi, tipo l’energia. Inoltre si è dimesso l’amministratore, che è stato pagato quanto previsto dalla legge. Nel 2023 la società è in utile”. “Mr. Nice non è una catena, ma un unico negozio, con sede in via Bertini a Milano”, prosegue l’artista: “Questa è una manovra per screditare il mercato della cannabis light, e spegnere gli investimenti e le correnti politiche antiproibizioniste. E poi quando c’è da buttare un po’ di merda addosso al sottoscritto sono sempre tutti pronti. Mi domando, però, perché non pubblichino anche i bilanci relativi alle mie altre società: si vedrebbe quanto lavoro creano e quante tasse pagano alla collettività”. Aleotti spiegata di avere dato mandato ai suoi legali di preparare una diffida, dove - tra le altre parti - si precisa che “risulta falso e denigratorio (...) che i conti della società siano in rosso. (...) Dal bilancio del 2022 (...) è possibile evincere come le disponibilità della società siano positive. Risulta falso e denigratorio (...) anche che il bilancio della società relativo al 2022 mostri un ‘buco’ da 30mila euro: atteso che non vi è alcun ‘buco’, ma una semplice perdita d’esercizio determinata da fattori esterni (...) che è stata prontamente ripianata dai soci nel corso del corrente esercizio, risulta assolutamente denigratoria e fuori contesto la citazione (...) dove si accosta l’attività societaria allo spaccio”.