L'ufficio legale della X Corp., la società un tempo conosciuta come Twitter, ha presentato un'istanza presso il tribunale del Tennessee per chiedere l'archiviazione del procedimento legale intentato dalle tre divisioni editoriali delle major a metà dello scorso giugno: stando al documento presentato alla corte gli avvocati dell'azienda osservano come manchi - nella richiesta presentata da Universal Music Publishing, Sony Music Publishing e Warner Chappell Music - "un vero e proprio reclamo" che denunci "la violazione diretta" da parte dell'azienda con sede a San Francisco delle norme relative alla proprietà intellettuale. Nello specifico, gli avvocati di X sostengono che nell'istanza sottoscritta dai tre big del publishing mondiale non contenga "accuse di condotta attiva e intenzionale da parte di X, o di qualsiasi dipendente di X", in relazione alle presunte violazioni di copyright sulla piattaforma di micro-blogging. "Niente di nuovo", ha commentato David Israelite, presidente dell'associazione di categoria degli editori musicali americani National Music Publishers' Association: "La risposta di X è l'ennesimo tentativo di negare il fatto di aver fallito nel contrastare la pirateria sul proprio social. La musica viene resa disponibile in streaming e consumata da moltissime persone su X. Il servizio deve ad autori ed editori milioni di dollari di risarcimento, nonché l'impegno a concedere in licenza la musica, in linea con tutte le altre principali piattaforme di social media e la legge. Nella causa intentata alla società di Elon Musk le tre divisione editoriali delle major chiedono alla piattaforma un maxi risarcimento da 250 milioni di dollari calcolato sull'utilizzo in mancanza di accordi di licenza di 1700 brani resi caricati dagli utenti sulla piattaforma.