Non è solo Steve Jobs della Apple a litigare con le case discografiche sul prezzo della musica digitale (vedi News). Anche il suo arcirivale Bill Gates ha appena deciso di rinviare a data da destinarsi il lancio di un servizio di downloading in abbonamento, sul modello di quelli offerti da Napster, Rhapsody (RealNetworks) e Yahoo!, dopo che le trattative in corso con i fornitori dei maggiori cataloghi si sono arenate per motivi sostanzialmente analoghi. <br> Secondo fonti riportate per primo dal quotidiano economico Wall Street Journal, il motivo del contendere è legato all’irremovibilità delle quattro major discografiche, Universal, Sony BMG, EMI e Warner Music, rispetto al modello vigente che riconosce globalmente all’industria 6-8 dollari su ciascun abbonamento (al consumatore vengono solitamente richiesti intorno ai 15 dollari all’anno in cambio di un accesso illimitato al catalogo di canzoni): richieste esose e ingiustificate, secondo gli uomini di Gates, che hanno deciso conseguentemente di porre un freno al progetto. Almeno per ora, Microsoft continuerà a vendere musica digitale secondo il modello “alla carta” reso popolare da Apple con l’iTunes attraverso la piattaforma on-line MSN.