Gli utenti che ascoltano podcast di rumore bianco, d’ambiente, non prestano attenzione ai messaggi pubblicitari: sarebbe questo, stando a quanto riportato dalla testata Bloomberg, il motivo per cui Spotify ha deciso di escludere questa tipologia di podcast da Ambassador Ads, programma in cui vengono pagati i podcaster per promuovere i prodotti del DSP svedese. Questo potrebbe essere uno dei primi passi per “snellire” la sezione podcast: lo scorso agosto Bloomberg ha pubblicato i risultati generati da questi contenuti, i quali hanno raggiunto 3 milioni di ore di ascolto al giorno per un totale di $38 milioni di dollari e, alla luce di questi numeri, Spotify aveva dichiarato che ci sarebbero stati dei provvedimenti come, per esempio, la rimozione dai feed. In quell’occasione, una nota diffusa dalla società di Daniel Ek ha spiegato: “I gestori del DSP eseguono test sui contenuti con regolarità, restando in contatto con i creator caso per caso”. La scelta dell’esclusione da Ambassador Ads riguarda, per il momento, solo questa tipologia di podcast; nel suo complesso, il formato è considerato molto redditizio da Paul Vogel, direttore finanziario di Spotify, che, nell’ambito di un’intervista rilasciata a Mark Mahaney, senior managing director di Evercore ISI, ha spiegato: “Crediamo che il modello di business per il podcasting sia molto forte nel lungo termine. All'Investor Day ho affermato che il 2022 sarà l’anno del picco in termini di impatto negativo sui margini lordi, ma il segmento diventerà redditizio nei prossimi 12-24 mesi”.