"Goditi i testi su Spotify Premium": è la notifica che appare agli utenti non abbonati al servizio Premium di Spotify e fa riferimento alla funzione che consente di leggere i testi dei brani in produzione. CJ Stanley, co-head of global communications di Spotify, confermando la restrizione alla testata The Verge, ha spiegato: "In Spotify conduciamo abitualmente una serie di test, alcuni dei quali finiscono per aprire la strada a un'esperienza utente più ampia, mentre altri servono solo per acquisire dati importanti”. Un nuovo taglio, quindi, che arriva a pochi giorni distanza dallo stop della presenza di podcast di rumore bianco dal programma Ambassador Ads, a favore, però, dello sviluppo di contenuti esclusivi per gli utenti Premium, i quali hanno visto aumentare il prezzo degli abbonamenti lo scorso luglio. La decisione di incrementare i costi- arrivata anni dopo rispetto ad altre piattaforme di streaming tra cui Apple Music e YouTube- non ha portato a riscontri negativi, anzi: nel secondo trimestre 2023 il numero degli abbonati ha registrato una crescita del +17%. Non solo: le entrate derivanti dal livello Premium sono aumentate del 14% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i $ 2,98 miliardi, mentre gli introiti derivanti dagli annunci pubblicitari sono cresciuti del 15%, raggiungendo $433,7 milioni. L’esclusività di alcune funzioni riservata ai piani Premium sta portando il DSP svedese ad allontanarsi dal modello “freemiun” su cui nel 2015 Daniel Ek voleva impostare il servizio di streaming; alla testata The Observer aveva dichiarato: “Se costruiamo il modello di guadagno intorno al 'freemium', l'industria musicale sarà molto più grande di quanto non sia mai stata prima, più artisti saranno in grado di guadagnarsi da vivere facendo questo di mestiere e più persone ascolteranno a loro volta".