Deezer ha ufficialmente comunicato un nuovo aumento dei prezzi dei propri abbonamenti: come spiegato in una comunicazioni agli utenti da parte dello stesso servizio in Italia, Francia, Spagna e Paesi Bassi il prezzo della sottoscrizione individuale passa da 10,99 a 11,99 euro al mese. Il Regno Unito, al momento escluso dal rialzo della sottoscrizione “singola”, è invece interessato dal rialzo dell’abbonamento familiare, che sale a 19,99 sterline al mese, così come nei paesi della comunità europea già interessati dall’aumento della tariffa personale, dove si assesta a 19,99 euro al mese. L’ultimo aumento messo in atto sui mercati europei da parte del DSP quotato sulla borsa di Parigi risale a inizio 2022, quando il costo dell’abbonamento singolo mensile venne aumentato da 9,99 a 10,99 euro. Parlando agli investitori della piattaforma lo scorso mese di agosto, l’ad di Deezer Jeronimo Folgueira aveva rivendicato il ruolo di guida nella corsa al rialzo degli abbonamenti - poi regolarmente intrapresa anche da big player come Spotify e Apple Music - parlando di “musica ampiamente sottovalutata”: di “aumenti di prezzo su base ricorrente, soprattutto in un contesto di inflazione più elevata, e simili agli aumenti di prezzo adottati in altri segmenti come quello delle piattaforme video” aveva parlato anche il più recente outlook di musicale di Goldman Sachs, nel quale si prospettava un rallentamento nella crescita del settore sia e breve che a medio termine. L’aumento dei prezzi degli abbonamenti da parte dei DSP è una prospettiva che alletta il comparto della discografia, che a oggi - a livello globale - ha nello streaming la sua voce di ricavo più ampia: “Vediamo questi primi aumenti di prezzo come un inizio incoraggiante. Non ci sono prove che i servizi stiano registrando elevati livelli di abbandono. Crediamo che il mercato sopporterà ulteriori aumenti di prezzo in futuro e ci aspettiamo che arrivino con una cadenza più regolare rispetto al passato”, aveva spiegato il ceo di Warner Music Robert Kyncl lo scorso agosto, commentando le dichiarazioni dello stesso Folgueira in merito all’assenza di impatti negativi in termini di abbandono del servizio a seguito dell’aumento dei prezzi degli abbonamenti.