Dopo la notizia dello scorso mese di agosto secondo cui l'ex manager dei Coldplay Dave Holmes aveva citato in giudizio la band capitanata da Chris Martin, a settembre era stato riferito da diverse testate, tra cui "Variety" e "Daily Mail", che alla formazione londinese erano state chieste da Holmes 10 milioni di sterline a titolo di risarcimento dopo essere stato rimosso dal ruolo che ricopriva da oltre vent'anni. Ora, sono gli stessi Coldplay ad aver fatto a loro volta causa all'ex manager. Secondo il quotidiano britannico "The Times", la band sostiene che Holmes deve al gruppo un risarcimento di oltre 14 milioni di sterline e lo accusa di aver fatto richiesta e ottenuto due prestiti da Live Nation di cui Martin e compagni non erano a conoscenza. Stando a quanto riportato, i Coldplay affermano che l'ex manager abbia richiesto all’azienda leader della live promotion un prestitito di circa 20 milioni di dollari nel 2015 a un tasso di interesse del 2,72% all’anno, prima di sottoscrivere un secondo prestito di 10 milioni di dollari nel 2018 allo stesso tasso di interesse. "Secondo le informazioni in nostro possesso, il signor Holmes ha utilizzato il denaro ottenuto dagli accordi di prestito per finanziare un'impresa di sviluppo immobiliare nelle vicinanze di Vancouver, in Canada", si legge nell'istanza presentata dalla band presso l'Alta Corte di Giustizia di Londra. I Coldplay hanno inoltre dichiarato: "Si deve dedurre che il signor Holmes è stato in grado di acquisire prestiti per un totale di 30 milioni di dollari ad un tasso di interesse annuo fisso del 2,72% da Live Nation solo in virtù della sua posizione di manager dei Coldplay". Dal documento presentato da Chris Martin e soci, si apprende inoltre che il comportamento di Holmes, dovendo a Live Nation un totale di oltre 27 milioni di dollari, sarebbero così "potenzialmente o effettivamente" in conflitto con i suoi obblighi di garantire le migliori relazioni possibili con l'azienda durante la negoziazione per organizzare il tour mondiale "Music of the spheres" dei Coldplay del 2021. Stando a quanto dichiarato la band, Holmes aveva quindi "un interesse personale a mantenere i migliori rapporti possibili con Live Nation al fine di assicurarsi di avere influenza nel caso in cui avesse richiesto qualsiasi forma di indulgenza in riferimento ai termini del prestito". In un comunicato di Live Nation, l'azienda di live promoting ha dichiarato di avere un "forte rapporto e di lunga data con i Coldplay" sottolineando che “qualsiasi rapporto passato con il loro team di management è stato considerato un’estensione di questa relazione”. I Coldplay inoltre attribuiscono sempre a Holmes la colpa di alcuni errori del valore di milioni di sterline durante l'organizzazione della tournée, affermando che il loro ex manager "aveva la responsabilità ultima per il tour mondiale di 165 date". La band, oltre ad accusare Holmes di non aver condiviso con lui i progetti per il tour contenuti in "un Dropbox online", sostiene infatti che, poco prima dell’inizio del tour, i costi “sono aumentati rapidamente” ed è toccato al gruppo sopportare il peso maggiore. Alla fine, la band accusa Holmes di “non essere riuscito a supervisionare e controllare adeguatamente il budget del tour in ogni momento”. Se avesse presumibilmente “esercitato ragionevole cura e abilità nell’adempimento dei suoi obblighi”, la band non avrebbe sostenuto almeno 17,5 milioni di sterline in costi aggiuntivi. Holmes è ora obbligato a rispondere alla domanda riconvenzionale in tribunale. Se le due parti non si accordano, il caso potrebbe dare il via a un processo. Nell'iniziale istanza depositata da Dave Holmes attraverso i suoi legali presso il tribunale, l'agente sosteneva di essere stato indebitamente escluso dalla divisione dei ricavi di parte delle attività del gruppo “chiuse” durante il suo periodo di gestione. Secondo quanto dichiarato da Holme, l’ultimo accordo siglato tra i Coldplay e l'ormai ex manager, in essere nel periodo di pubblicazione sia dell’ottavo che del nono album della band, “Everyday Life” del 2019 e “Music of the Spheres” del 2021, prevedeva il versamento di una commissione - compresa tra l’8 e il 13% - al manager sugli utili netti generati dai dischi. Stando alla documentazione presentata da Holmes, inoltre, alla band sarebbero già stati versati consistenti anticipi per i prossimi tre album, pari a 30 milioni per l’undicesimo e altri 30 per il dodicesimo. Il manager ha quindi chiesto alla corte il riconoscimento delle quote sugli anticipi relativi al decimo e all’undicesimo album, oltre che al rimborso per il lavoro svolto fino a oggi per il gruppo, per cui è stata quantificata una somma ritenuta “congrua” dal team legale di Holmes e quantificata in 10 milioni di sterline.